Giuseppe Santalucia
Giuseppe Santalucia
Politica

«Vogliono intimorirci». L’Anm in agitazione difende Apostolico

Lo scontro Le toghe vanno al contrattacco dopo gli agguati del governo. Ma la Lega minaccia ancora: «Subito riforma della giustizia»
Pubblicato 12 mesi faEdizione del 22 ottobre 2023

I toni dello scontro tra politica e magistratura sono ancora durissimi e il caso della giudice di Catania Iolanda Apostolico, della sua partecipazione a una manifestazione per il caso della nave Diciotti dell’agosto 2018 e della diffusione via social del video di quell’evento da parte del vicepremier Matteo Salvini continua ad essere aperto. Alla riunione del direttivo dell’Anm, il presidente Giuseppe Santalucia ha parlato di «vera e propria caccia all’uomo» contro Apostolico, evocando poi l’ombra del dossieraggio: «È mai possibile che ci siano cassetti che conservano immagini di 5 anni prima? Da dove nasce questo video e il modo di fare di un ministro che lo ha postato, e da cui è nata una campagna giornalistica dai toni aggressivi e inusitati, ma anche la rivendicazione del governo di cambiare la composizione delle sezioni immigrazione?».

Il mistero, sul punto, è irrisolto: non si sa chi abbia girato quel video, come sia uscito fuori a distanza di cinque anni e in quale maniera sia infine capitato nelle mani di Salvini, che l’ha usato per scatenare i suoi seguaci. Si sa solo, in effetti, che Apostolico è finita nell’occhio del ciclone per non aver convalidato il fermo di alcuni migranti al centro di Pozzallo, andando di fatto a smontare il decreto Cutro, con il Viminale che ha impugnato quei provvedimenti e adesso si attende solo il pronunciamento della Cassazione, che però non arriverà prima di qualche mese.

INTANTO il terreno è perfetto per gli agguati governativi contro i magistrati. «La riforma della giustizia è urgente, nel frattempo la magistratura deve concentrarsi per lavorare proficuamente e giudicare con serenità: le proteste e i toni sopra le righe della Anm non aiutano a ristabilire un clima rispettoso», si legge in una nota della Lega che appare come un tentativo di nascondere la mano dopo aver scagliato il sasso. Una parziale sponda a questa posizione è arrivata dal segretario dell’Anm Salvatore Casciaro (Magistratura Indipendente), che ha messo sul tappeto della discussione interna il ritornello preferito dalla destra nelle ultime settimane: un giudice non deve solo essere imparziale, deve anche sembrarlo, qualsiasi cosa voglia dire.

PER CASCIARO bisogna «evitare che un giudice possa entrare in dialettiche politiche partecipando a manifestazioni pubbliche di piazza rispetto a cui prudentemente farei un passo indietro perché indipendenza è anche responsabilità». Insomma, «il magistrato è libero, ma esistono possibili limiti ai diritti giustificati dalla particolare delicatezza delle funzioni e del suo ruolo costituzionale». Santalucia, però, ha risposto chiaro e tondo che «non c’è stata alcuna violazione disciplinare» da parte di Apostolico e, anche in presenza di eventuali violazioni etiche, comunque sarebbe «pericolosissimo spostare la questione sul piano disciplinare, perché c’è invece una liceità di comportamento».

Durissimo il documento presentato da Magistratura Democratica: «Si scorge un chiaro legame fra questa strategia e le riforme costituzionali in discussione che, come abbiamo già denunciato, stravolgono le fondamenta dello stato di diritto, disegnano un pubblico ministero privo di reali poteri di indagine, restituiscono un giudice che non è più soggetto soltanto alla legge ma, come lo vorrebbero già da ora alcuni esponenti dell’esecutivo, armoniosamente inserito e organico alle scelte politiche della maggioranza».

ALLA FINE la direzione dell’Anm, con il voto contrario di Magistratura Indipendente, ha approvato un documento in cui tiene il punto, conferma il suo stato di agitazione, chiede il coinvolgimento del Garante per la privacy nel caso Apostolico, si rivolge a Nordio perché chiarisca lo scopo delle ispezioni al tribunale di Catania e, senza mezzi termini, parla di «attacchi e reazioni scomposte di esponenti del governo» il cui scopo è quello di «intimorire ogni giudice che dovesse assumere un’interpretazione non gradita o allineata ad un certo indirizzo politico».

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento