Vita e oblio dell’uomo che volle catturare il Sole: Augustin Mouchot visto da Miguel Bonnefoy
Alias Domenica

Vita e oblio dell’uomo che volle catturare il Sole: Augustin Mouchot visto da Miguel Bonnefoy

Scrittori francesi «L’inventore», da 66thand2nd
Pubblicato più di un anno faEdizione del 11 giugno 2023

 Il genere della biografia romanzata, che da sempre attrae gli scrittori a ogni latitudine, ha vissuto in Francia negli ultimi due decenni una nuova, specifica proliferazione. Forse propiziata dalla volitante suite di Jean Echenoz, che includeva Ravel (2006), Correre e Lampi, e nel 2011 dal diversissimo e molto influente Limonov di Emmanuel Carrère, la biografia in forma di romanzo si è attestata poi sulla riscoperta di vite di uomini e donne sconosciute ai più ma ritenute meritevoli di essere narrate (spesso nella forma della nouvelle) per via di una qualche impresa eccentrica o interessante.

Tra i casi più recenti, Il sarto volante di Étienne Kern, tradotto l’anno scorso dall’Orma – dedicato all’uomo che credeva di aver inventato la tuta-paracadute e si sfracellò lanciandosi dalla Torre Eiffel; e, ancora, il romanzo di Miguel Bonnefoy che esce per 66thand2nd, L’inventore (pp. 138, € 16,00), nella bella traduzione di Francesca Bononi.

È la storia di Augustin Mouchot (1825-1912), figlio di un fabbro di Semur-en-Auxois, oscuro insegnante di matematica a Tours che, a metà del XIX secolo, lavorò alla messa a punto di un possibile sfruttamento dell’energia solare. Mouchot costruì una macchina che finì per incuriosire le autorità, e il 2 settembre 1866 fu invitato a dare una dimostrazione a Napoleone III, nei giardini imperiali di Saint-Cloud. La suggestione dello scienziato visionario caduto nell’oblio della Storia serve allo scrittore francese per confermarlo nella sua vena di narratore, e per abbandonarsi dunque al gusto del racconto con una prosa generosa, fatta di campiture che richiamano in modo evidente una certa «maniera» del realismo magico ispanoamericano (terra di origine di entrambi i genitori di Bonnefoy). Ritratto attraverso un reticolo di microstorie, sia parallele sia convergenti, il Mouchot dell’Inventore finisce per assomigliare a un personaggio mitologico, sognatore dell’assoluto il cui destino arriva a coincidere, quasi letteralmente, con quello di Icaro.

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