Italia

Violenza privata nei confronti del Viminale. Indagata Open Arms

Le accuse della procura di Ragusa alla ong per aver salvato 216 migranti il 15 marzo scorso Violenza privata e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Sono le accuse contestate dalla procura di Ragusa a Marc Reig Creus e Ana Isabel Mier, rispettivamente comandante e capo missione della nave Open […]

Pubblicato quasi 6 anni faEdizione del 12 dicembre 2018
Red. Int.PALERMO

Violenza privata e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Sono le accuse contestate dalla procura di Ragusa a Marc Reig Creus e Ana Isabel Mier, rispettivamente comandante e capo missione della nave Open Arms. Parte lesa della violenza privata sarebbe il ministero degli Interni per essere stato “costretto” il 15 marzo scorso a concedere un porto dove sbarcare 216 migranti salvati nel Mediterraneo dalla nave della ong spagnola Proactiva. «Sono sorpresa dalla decisione della procura sia per i reati contestati sia per la parte lesa: perché il Viminale e non il ministero dei Trasporti?», si è chiesta ieri uno dei legali della ong, l’avvocato Rosa Emanuela Lo Faro.

L’avviso di chiusura indagini notificato ieri ai responsabili della ong è l’ultimo atto dello scontro che da mesi contrappone alcune procure siciliane alle organizzazioni umanitarie. La nave Open Arms era stata sequestrata dalla Procura distrettuale di Catania che contestava il reato di associazione. Il provvedimento fu confermato dal gip che escluse il reato associativo e gli atti furono trasmessi a Ragusa dove il gip ha rigettato la richiesta di sequestro.

A motivare l’accusa di violenza privata ci sarebbe la decisione presa dal comandante e dalla capo missione di «disattendere» «le istruzioni date loro dal comando Imrcc di Roma di non intervenire in occasione dell’evento Sar» del marzo scorso e «nell’effettuare comunque il soccorso imbarcando, altri» migranti. Il reato di violenza privata è contestato anche nell’avere «deciso di dirigersi verso le acque territoriali italiane, costringendo le autorità italiane a concedere loro l’approdo in un porto del territorio italiano per sbarcare 216 migranti soccorsi».

Per gli avvocati Alessandro Gamberini e Rosa Lo faro, che difendono i due indagati, «si prospetta un’ulteriore imputazione, estratta dal grande cappello dei reati previsti dal codice penale: in modo, ci permettiamo di dire, stupefacente, li si accusa di violenza privata, per aver costretto l’autorità marittima italiana a dar loro un porto di sbarco per i migranti che avevano raccolto in mare: il porto di Pozzallo dove sbarcarono».

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