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Villini storici, si muove il Campidoglio. «Ma ora serve un tavolo al ministero»

Villini storici, si muove il Campidoglio. «Ma ora serve un tavolo al ministero»Roma, Villa Paolina com’è oggi (a sinistra); a destra, il progetto del palazzo di otto piani che dovrebbe prendere il suo posto – Rendering del Comitato «Salviamo Villa Paolina di Mallinckrodt»

Patrimonio Il Comune di Roma valuta un vincolo su Villa Paolina, divenuta il simbolo degli edifici di pregio minacciati dalle ruspe. L’appello di Italia Nostra ai Beni culturali

Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 3 maggio 2018

Villa Paolina di Mallinckrodt, edificata nel 1920, è divenuta il simbolo dei villini storici di Roma minacciati dalle ruspe: i comitati territoriali si erano rivolti a papa Francesco – essendo originariamente un bene delle suore della Carità cristiana, venduto poi al gruppo Cam – e adesso il Campidoglio sta valutando l’inserimento dell’edificio nella Carta di qualità, requisito che impedirebbe la demolizione. Al suo posto, l’impresa acquirente – applicando il Piano casa della Regione – vorrebbe costruire un palazzone di otto piani con due di garage interrati.

Un edificio monstre che andrebbe a sconvolgere l’equilibrio architettonico di Piazza XXI aprile, nel quadrante Nomentano di Roma, ricco di villini e palazzi costruiti a cavallo tra Otto e Novecento. Spinto dagli appelli dei comitati degli abitanti, il Soprintendente capitolino Claudio Parisi Presicce ha avviato l’istruttoria per l’inserimento di Villa Paolina nella Carta di qualità del Comune: dovrà essere adesso una apposita Commissione a dare l’ok, ma Italia Nostra ricorda che l’aggiornamento della Carta latita ormai da 10 anni. È ora insomma che il Comune riapra l’intero file, e certo non solo per questa costruzione, ma per tutte quelle minacciate dalla speculazione.

Di pari passo procede il lavoro al ministero dei Beni culturali, che qualche settimana fa si sono impegnati a porre una serie di vincoli per zone (i «tessuti storici») a partire proprio dal quadrante Nomentano, in cui ricadono i quartieri Coppedé e Trieste, ricchi di tesori liberty. Il problema è che questa operazione – che peraltro non include ancora aree di interesse storico come Garbatella – potrebbe richiedere mesi, «se non addirittura anni», teme il Comitato «Salviamo Villa Paolina».

Da qui la richiesta, intanto, della tutela mirata al Comune, temendo che quella statale possa arrivare troppo tardi. Il nuovo palazzo, con appartamenti di lusso e terrazze, dovrebbe arrivare a 30 metri di altezza, contro i quasi 20 di Villa Paolina. Merito del premio di cubatura del Piano casa.

Cristina Rinaldi, di «Salviamo Villa Paolina», spiega che «l’istruttoria del Campidoglio è un primo successo, e ringraziamo il Comune e l’assessore Luca Montuori, ma non dobbiamo mollare: la strada è ancora lunga, quindi ci auguriamo che anche i vincoli ministeriali arrivino quanto prima».

Ugualmente soddisfatta Vanna Mannucci, vicepresidente di Italia Nostra: «Siamo però all’istruttoria – ricorda – ora la Commissione comunale aggiorni la Carta di qualità. Quanto alla Regione, autorizzi piuttosto la rigenerazione dei palazzoni di periferia, di proprietà dell’Ater: è lì che gli abitanti necessitano di costruzioni moderne e comode, senza abbattere i villini storici».

Italia Nostra si appella poi al Soprintendente statale Francesco Prosperetti: «Chiediamo che il ministero convochi un tavolo a tre, con Comune e Regione, perché il problema riguarda tutta Roma e non si può affrontare a pezzetti».

Aggiornamento del 21 marzo 2019

Il testo dell’articolo è stato parzialmente modificato in osservanza del diritto all’oblio richiesto da uno dei soggetti interessati.

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