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Venere degli stracci, anche Pistoletto e il Comune di Napoli chiedono cure e non la cella per Isaia

Venere degli stracci, anche Pistoletto e il Comune di Napoli chiedono cure e non la cella per IsaiaNapoli, i resti della Venere degli stracci – Ansa/Ciro Fusco

Il sit in Il rogo un mese fa, da allora è in cella a Poggioreale un ragazzo di 32 anni, senza fissa dimora, con problemi psichiatrici. La petizione, che ha raccolto più di 5mila firme, chiede che venga affidato a una casa di accoglienza dove possa essere assistito

Pubblicato circa un anno faEdizione del 13 agosto 2023

Cure e non carcere per Simone Isaia: è quanto hanno chiesto i partecipanti al presidio che si è svolto ieri a Napoli, intorno allo scheletro annerito che fino al mese scorso sorreggeva la Venere degli stracci, l’opera che il maestro Michelangelo Pistoletto aveva allestito (su committenza del comune) il 28 giugno in versione gigante, alta circa 7 metri, proprio nel mezzo di piazza Municipio. Intono alle 5 di mattina del 12 luglio le fiamme l’hanno incenerita. Le reazioni, allora, furono veementi. Primi indiziati, sull’onda dell’emotività e senza prove, un’ipotetica baby gang che avrebbe agito in risposta «a una specie di gara sui social di gente che invitava a bruciare la statua». L’assessore alla Sicurezza del comune De Iesu disse: «Sicuramente si tratta di un atto vandalico». Il sindaco Manfredi: «Quando si attacca l’arte e la bellezza, si attacca l’uomo». E poi i commenti social, in molti preoccupati per l’immagine della città rispetto ai turisti.

La zona, centralissima, è piena di videocamere così lo stesso 12 luglio le forze dell’ordine ricostruirono i fatti: a dare fuoco alla Venere era stato un ragazzo che, dopo un’indagine lampo, venne identificato in Simone Isaia, un 32enne senza fissa dimora con problemi psichiatrici. Il maestro Pistoletto da subito ha cercato di comprendere più che accusare: «Non dichiaro guerra preventiva a chi ha fatto questo gesto catastrofico, ma propongo la pace preventiva». Il comune ha avviato una raccolta fondi per ricreare l’opera: dopo un periodo in piazza Municipio, resterà a Napoli in modo permanente. Pistoletto si è detto disponibile a curare l’istallazione a titolo gratuito.

Isaia è a Poggioreale da un mese: Iod edizioni, Pastorale carceraria della Chiesa di Napoli, associazione Liberi di volare, Chiesa evangelica libera di Casalnuovo, United Colors of Naples, Tribunale 138 ieri hanno chiesto che lasci il carcere per essere curato in una struttura adatta. Alla manifestazione ha aderito persino il comune attraverso il garante cittadino dei detenuti, don Tonino Palmese. La petizione in sostegno del trentenne è stata sottoscritta da oltre 5mila persone. Dal comune spiegano: «Quest’opera per il maestro ha un forte valore simbolico nel rappresentare l’attenzione alle persone che, come Isaia, necessitano di assistenza e sostegno. Lo spirito della “Rinascita della Venere” è proprio questo».

Don Franco Esposito, direttore della Pastorale carceraria della Chiesa di Napoli: «Simone è in una situazione davvero deprimente, condivide la cella con 7 persone, sta peggiorando giorno dopo giorno. L’ho incontrato varie volte, credo che bisognerebbe al più presto affidarlo a una casa di accoglienza perché possa essere davvero rimesso in sesto. Abbiamo dato la nostra disponibilità a inserirlo nella casa d’accoglienza Liberi di volare, anche la Chiesa di Salerno ha dato la propria disponibilità». Il problema, spiega don Palmese, è che servono strutture in grado di gestire persone con problemi psichiatrici così, in attesa di trovare il luogo adatto, il tribunale ne ha confermato la custodia a Poggioreale.

«Il carcere è diventato una discarica sociale, è il ricettacolo di tutto quello che la società produce e al suo interno si vive una situazione drammatica – la conclusione di don Franco -. Ci sono tantissimi senza tetto, gente dissociata dalla realtà e rifiutata dalla società, la risposta del carcere è solo un grosso inganno. Il carcere non rieduca, non reinserisce, peggiora solo le situazioni».

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