Vendola: «Con Pisapia in campo sì alle primarie»
Sinistra Il presidente di Sel risponde all'appello dei sindaci e ’apre’ sul caso Milano: la contesa fra arancioni e partito della nazione sarebbe interessante. Incognita Majorino. Laura Boldrini: unità del centrosinistra anche sul piano nazionale. Il Prc: fuori discussione
Sinistra Il presidente di Sel risponde all'appello dei sindaci e ’apre’ sul caso Milano: la contesa fra arancioni e partito della nazione sarebbe interessante. Incognita Majorino. Laura Boldrini: unità del centrosinistra anche sul piano nazionale. Il Prc: fuori discussione
La sinistra milanese o, meglio, Sel, potrebbe partecipare alle primarie del 7 febbraio anche nel caso in cui Mister Expo Giuseppe Sala fosse in campo. Ieri Nichi Vendola ha riunito la segreteria e poi la direzione del suo partito. All’ordine del giorno le politiche di Renzi, la legge di stabilità, ma soprattutto l’appello dei tre sindaci (Pisapia, Doria e Zedda) a non rompere il centrosinistra. Un gesto che di fatto ha portato alla luce il travaglio del partito. La lettera dei tre era destinata a Renzi ma anche e soprattutto a Vendola. Ieri la risposta del presidente di Sel è arrivata: «Tutto si può chiedere alla sinistra, ma non l’eutanasia. E l’alleanza a prescindere dalle condizioni concrete con il Pd oggi, è un gesto di eutanasia», ha spiegato prima ai suoi poi ai cronisti. «Il centrosinistra non c’è più, quindi c’è la fatica caso per caso di verificare le condizioni. Ma naturalmente se il sindaco di Bologna rompe con una parte rilevante del popolo di sinistra o se il sindaco di Torino diventa la quinta colonna del renzismo, diventa difficile trovare ragioni di unità». Eppure il ragionamento non finisce qui. Nonostante le premesse Vendola non chiude la porta alla richiesta di Pisapia: «Attualmente Sel sostiene un candidato dentro le primarie. Ma i candidati di cui stiamo parlando, il candidato che vuole Renzi, cioè Sala, il manager dell’Expo, il city manager della sindaca di destra Letizia Moratti e il candidato di cui parla Pisapia, sono candidature che stanno sui titoli dei giornali. Vedremo quando si scioglieranno i nodi», ma «se la contesa fosse tra partito della nazione e il polo arancione, il polo del buon governo dei sindaci, sarebbe interessante».
Vendola insomma ributta la palla nel campo di Pisapia. A Milano il suo partito potrebbe accettare la sfida all’ok corral fra centrosinistra e movimenti da una parte, e partito della nazione dall’altra. Ma a due condizioni, è il ragionamento, entrambe irrinunciabili: Pisapia dovrebbe fare non «l’arbitro» come gli chiede Renzi ma combattere apertamente per la sua ’erede’ Francesca Balzani; e Pier Francesco Majorino, l’altro candidato della sinistra, dovrebbe «non farsi da parte ma fare squadra», spiegano. Un modo elegante per dire che se ci sono due candidati di sinistra la vittoria di Sala sarebbe certa.
Il «lodo Vendola» corregge quella che fin qui era stata per Sel la «pregiudiziale Sala», e cioè la certezza che con lui in campo sarebbe stato impossibile partecipare alle primarie, cioè doverlo sostenere in caso di vittoria. Ma anche Nicola Fratoianni, coordinatore e capofila dell’ala «pro-rottura» ora spiega che «se le due condizioni maturassero (l’impegno di Pisapia e l’unificazione delle candidature di Balzani e Majorino, ndr), «la natura delle primarie milanesi cambierebbe. E se Pisapia facesse la campagna, per tutti noi sarebbe difficile non farla con lui».
Resta però il nodo che il Pd (e Renzi) pongono come condizione per partecipare alle primarie: Sel deve dichiarare da subito di sostenere Sala nel caso (assai probabile, per il momento) di sua vittoria ai gazebo.
Ma questi ragionamenti che per ora sono solo ipotesi. Sala ufficialmente ancora non si è candidato; Balzani ha chiesto qualche giorno per decidere. Sabato Majorino riunirà i suoi per valutare la nuova situazione, se nuova situazione ci sarà. Entro l’inizio della prossima settimana le candidature devono essere formalizzate per far partire la raccolta delle firme. Sala ormai sarebbe convinto di correre, ma c’è chi dice che gli resta ancora «un dubbio»; un dubbio che l’accordo preventivo fra i due avversari potrebbe far crescere.
Il rilancio di Vendola, c’è da scommetterlo, avrà ripercussioni anche sul tavolo del nuovo soggetto di sinistra. I compagni di strada di Sel-Sinistra Italiana (Altra Europa e Prc fra le altre associazioni) sono orientati a non partecipare alle primarie, a prescindere dalle vicende locali. Lo si vedrà già oggi alla riunione convocata per decidere dell’appuntamento unitario di gennaio.
Ma già ieri è arrivato un primo assaggio di polemica. La presidente della camera Laura Boldrini ha benedetto l’appello dei sindaci spiegando che «il centrosinistra in molte città ha dato prova di buon governo. Bisogna fare leva su queste esperienze positive e riaprire anche sul piano nazionale il tema dell’unità del centrosinistra». La replica di Paolo Ferrero, Prc, è stata secca: «Segnalo alla presidente che proprio le politiche di Monti, Letta e Renzi, tutti governi sostenuti dal Pd, hanno aumentato pesantemente le disuguaglianze nel nostro paese», quindi «se il Pd avesse la linea del Papa si potrebbe discutere. Ma purtroppo non è così».
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