Van der Bellen cerca la conferma tra 6 sfidanti
Elezioni presidenziali in Austria Elezioni presidenziali oggi in Austria «strane e bizzarre» secondo molti commentatori, ma stavolta senza rischio di estrema destra. Per i sondaggi il presidente uscente Alexander Van der Bellen, 78 anni ed ex capogruppo dei Verdi, passerebbe al primo turno con il 59%
Elezioni presidenziali in Austria Elezioni presidenziali oggi in Austria «strane e bizzarre» secondo molti commentatori, ma stavolta senza rischio di estrema destra. Per i sondaggi il presidente uscente Alexander Van der Bellen, 78 anni ed ex capogruppo dei Verdi, passerebbe al primo turno con il 59%
Elezioni presidenziali oggi in Austria «strane e bizzarre» secondo molti commentatori, ma stavolta senza rischio di un vincitore di estrema destra a capo dello Stato.
I sondaggi danno il presidente uscente Alexander Van der Bellen, 78 anni, ex capogruppo dei Verdi al 59%. Seppure in calo di 10 punti rispetto ad agosto potrebbe essere eletto già al primo turno.
Voto popolare con sistema proporzionale, con 1,4 milioni di persone (su 6,4 millioni di elettori aventi diritto), i migranti residenti, che non possono votare accusa in copertina il settimanale Falter in edicola.
Sei sono gli sfidanti dell’ ex professore di economia, tutti di sesso maschile, quasi tutti senza partito. Ben quattro di loro si collocano all’estrema destra.
Il più competitvo è Walter Rosenkranz della Fpoe, partito già di Joerg Haider e H.C. Strache da sempre forte riferimento delle destre europee, Matteo Salvini in testa. Nessun pericolo, i sondaggi gli attribuiscono tra il 13 e il 16% di voti al di sotto del potenziale Fpoe stimato al 22%.
Ben diversa è stata la situazione del 2016 con lo scontro durissimo tra Van der Bellen e il candidato della Fpoe Norbert Hofer vinto dal ex professore al cardiopalmo, con soli 31 mila voti di vantaggio. Un risultato che era stato impugnato, annullato dalla Corte Costituzionale, il ballottaggio rinviato più volte in un tormentone protrattosi per un anno intero.
Ma l’area di estrema destra ha altri tre candidati in cantiere. Gerald Grosz, 45 anni, una colonna fissa sul tabloid gratuito Oesterreich e alle sue spalle la rete televisiva Oe 24 di Wolfgang Fellner è stimato al 9%.
In campo indirettamente un altro impero editoriale concorrente quello del tabloid Kronenzeitung di Christoph Dichand, con Tassilo Wallentin, 48 anni, avvocato, una rubrica domenicale sul quotidiano che è il più diffuso del paese, potrebbe arrivare all’8%.
Altro candidato di estrema destra è il fondatore del partito novax MFG (Persone, Libertà, Diritti fondamentali) Michael Brunner, 62 anni, avvocato. I novax che sono riusciti ad entrare al consiglio regionale dell’Alta Austria viaggiano sul 2%.
Simili gli argomenti dei quattro candidati, contro le sanzioni alla Russia, soprattutto la Fpoe forte di un contratto di amicizia con il partito di Putin fin dal 2016, contro i «partiti di sistema», contro i migranti.
Promettono se eletti il licenziamento immediato del governo in carica «che demolisce il paese», la coalizione tra il partito popolare (Oevp) del cancelliere Karl Nehammer con i Verdi del vicecancelliere Werner Kogler, una coalizione che oggi non potrebbe ottenere i voti necessari per governare.
Due sono i candidati di area sinistra: il più giovane, Dominik Wlazny, alias Marco Pogo, 35 anni, medico, musicista punk-rock, e imprenditore già fondatore del «Partito della birra» come progetto satirico.
Vicino alle posizioni del presidente in carica, contro ogni politica di muri, propugna un ruolo più attivo in difesa dei migranti. Capelli lunghi e pantaloni bucati, Wlazny è dato tra l’8 e il 10% dai sondaggi.
L’altro candidato è Heinrich Staudinger, «una voce per la madre terra», anche esoterico e novax, si definisce «cristiano e comunista», idee messe in pratica nella sua manifattura di scarpe «Gea», e nel suo villaggio, Schrems.
Il partito socialdemocratico (Spoe) e i Neos non hanno presentato candidati propri per sostenere Alexander Van der Bellen convinti che sia il migliore.
Il partito Popolare, in forte crisi nei sondaggi – dato al 22%, superato dalla Spoe primo partito col 29% – dopo lo scandalo di inserzioni e sondaggi comprati, temendo una batosta nelle urne, ha preferito non presentare alcun candidato.
La parte «turchese» della Oevp, quella legata all’ex cancelliere Sebastian Kurz sostiene invece un po’ in sordina i candidati di destra.
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