Alla Valle della luna si potrà accedere solo pagando un biglietto? Dopo lo sgombero, deciso dal comune di Santa Teresa di Gallura, della comunità hippy che dagli anni Sessanta viveva nella spiaggia di sabbia e di rocce sul mare di Capo Testa, la voce circola insistente e viene rilanciata su siti on line e profili social. Per verificarne l’attendibilità chiamiamo al telefono la sindaca del piccolo borgo gallurese, Nadia Matta che, vicina a Forza Italia, guida una giunta di centrodestra. Risponde la sua segretaria. Prende nota e ci dice che la sindaca richiamerà. Passa la mattinata e non arriva alcuna risposta. Riproviamo una seconda volta e rinnoviamo la richiesta di chiarimenti. «Riferirò», dice sempre la segretaria. Ma poi da Matta solo silenzio, nessuna risposta. Andiamo sul profilo Facebook della sindaca e leggiamo il post che dà l’annuncio dell’avvenuto sgombero della Valle della luna: «Dopo grande impegno, finalmente si è concretizzato uno degli obiettivi più importanti che la mia amministrazione si era prefissata: restituire Cala grande (così chiamano la Valle della Luna a Santa Teresa, ndr) prima di tutto ai teresini e poi ai turisti. La cooperativa sociale Octopus attuerà un programma di riqualificazione ambientale e di valorizzazione del sito».

Programma di riqualificazione ambientale e di valorizzazione: queste dunque le intenzioni della sindaca. Per capire meglio chiamiamo al telefono Diego Fanari, il titolare della cooperativa Octopus. «In base all’accordo con il comune – dice Fanari – abbiamo due obiettivi, da realizzare entro il 31 dicembre: ripulire Cala grande da tutti i rifiuti che lì sono stati lasciati dalle trenta persone che ci vivevano e che sono state sgomberate, e fornire una serie di report informativi sulle diverse opzioni possibili per il futuro della spiaggia. Su questo secondo aspetto, cosa fare cioè di Cala grande dopo che sarà stata ripulita, deciderà, a gennaio del prossimo anno, l’amministrazione comunale. Potrebbe essere un progetto per inserire Cala grande nel circuito del trekking e della sentieristica a valenza ambientale. Qualunque opzione si scelga, si dovrà comunque tenere conto che Cala grande fa parte dell’area marina protetta di Capo Testa ed è una Zona Sic, una zona di interesse comunitario sottoposta a vincoli naturalistici severi».

Sui rifiuti che Octopus sta raccogliendo esiste una versione differente da quella che dà Fanari: secondo la comunità hippy cacciata dalla Valle della luna la spazzatura è stata lasciata sulla spiaggia durante l’estate dai turisti occasionali che nella cala fanno tappa per una sola giornata. Sono tanti, i vacanzieri per caso: ci sono agenzie turistiche e guide che indicano Cala grande, completa di hippy, come un’attrattiva che non bisogna perdere. Ma il problema non sono i rifiuti. Il problema è ciò che il comune di Santa Teresa vuole fare della spiaggia dal prossimo gennaio in poi, ovvero l’annunciata «valorizzazione».

Concetto vago ma dalle applicazioni pratiche molto concrete: in un numero infinito di casi, in Sardegna, ha coperto e copre l’apertura ad attività turistiche di siti naturalistici e paesaggistici di particolare pregio. Uno degli esempi più recenti è quello di Punta Giglio, un promontorio di straordinaria bellezza che si spinge per mezzo chilometro nel mare del Golfo di Alghero. Anche qui siamo in un’area marina protetta e in una Zona Sic. Sino a poco tempo fa Punta Giglio era accessibile a tutti, come il resto del territorio del Parco naturalistico di Porto Conte nel quale è compresa. Oggi si può entrare soltanto pagando il biglietto. A chi? A una cooperativa sociale che, dopo avere ottenuto in concessione dal Parco e dal comune di Alghero il promontorio, ha ristrutturato i ruderi di una vecchia postazione dell’Aeronautica militare trasformandoli in un rifugio con ventuno posti letto e in un ristorante.

È questo il modello al quale pensa per Cala grande la sindaca Matta? La comunità hippy non ha dubbi: «L’operazione di sgombero decisa dal comune – dicono gli ormai ex abitanti della spiaggia – si inscrive in una lunga serie di azioni volte unicamente all’incremento economico. Si vogliono creare le condizioni per una gestione turistica della Valle della luna».