Europa

Vaccino, la Francia parte all’offensiva. Macron stringe il patto con Sanofi

Vaccino, la Francia parte all’offensiva. Macron stringe il patto con SanofiEmmanuel Macron nello stabilimento della Sanofi Marcy-l’Etoile, in basso la protesta del personale sanitario a Parigi – Ap

Big Pharma La multinazionale si è impegnata a investire 610 milioni su 5 anni. Lo stato francese interviene con 200 milioni di euro per la ricerca

Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 17 giugno 2020

La crisi del Covid ha messo in luce le conseguenze negative di un eccesso di mondializzazione per l’Europa, che si è trovata, globalmente, a corto di materiale sanitario, di medicine e di principi attivi, troppo dipendente dalla Cina e dall’India. Per correggere questo trend, in un contesto mondiale di corsa al vaccino, alcuni stati stanno intervenendo per favorire la “sovranità sanitaria” nazionale e europea, alleandosi con i grandi gruppi del big pharma, che hanno tutto da guadagnare da questo nuovo scenario, che segna il successo di un’intensa operazione di lobbying (il gigante Sanofi, per esempio, spende più di un milione di euro l’anno per operazioni di lobby a Bruxelles).

I 27 hanno deciso venerdì di appoggiare la strategia sanitaria della Ue, che ha stanziato un finanziamento di 2,4 miliardi di euro per sostenere la ricerca e la produzione farmaceutica in Europa, con l’obiettivo di mettere a punto una strategia di acquisto in comune di eventuali vaccini contro il Covid. Parallelamente, 4 paesi (Germania, Francia, Italia e Olanda) hanno sorpassato tutti e sollevando l’irritazione di alcuni (il Belgio ha protestato) si sono uniti per collaborare con il laboratorio anglo-svedese AstraZeneca su 300-400 milioni di dosi di un eventuale vaccino, una pre-ordinazione di 750 milioni di euro, sulla base di una ricerca in corso a Oxford. In Germania lo stato è entrato al 23% nel capitale di Curevac, un laboratorio farmaceutico di Tübingen che Donald Trump ha cercato di comprare, all’inizio della crisi del Covid a marzo, facendo reagire il governo («la Germania non è in vendita» aveva detto il ministro dell’economia).

La Francia è partita all’offensiva, ieri, con la visita di Emmanuel Macron alla più grande fabbrica farmaceutica mondiale, di proprietà della multinazionale Sanofi, a Marcy-l’Etoile (Rhône), che impiega 3.600 persone. Su Sanofi, che lavora oggi su due ipotesi di vaccino, a maggio, c’era stata una forte polemica dopo l’annuncio della multinazionale di aver riservato agli Usa i primi eventuali vaccini anti-Covid, perché gli Stati uniti avevano partecipato al finanziamento della ricerca. A maggio, Macron aveva convocato Paul Huston, direttore generale della multinazionale, che è “francese” per sede e storia (ma non più per capitale, ormai il 60% è in mani internazionali).

Ieri, Sanofi si è impegnata a investire 490 milioni in un nuovo sito a Neuville-sur-Saône (Rhône), con 200 dipendenti, una fabbrica di tipo nuovo, flessibile, che potrà produrre vari vaccini contemporaneamente, tra cui l’eventuale vaccino contro il Covid. A questa cifra si aggiungono altri 120 milioni per la ricerca a Marcy-l’Etoile, in tutto 610 milioni su 5 anni. Lo stato francese interviene con 200 milioni di euro per la ricerca sul vaccino: giovedì si avranno delle precisazioni sulla destinazione di questo finanziamento.

Macron, sempre ieri, ha tenuto una video-conferenza con big pharma: Msd, Pfizer, Johnson & Johnson, AstraZeneca, Sanofi, Gsk, Curevac, Moderna. Per Macron la strategia è win-win, tra stato e multinazionali. Gli europei, almeno, tengono fermo il principio di «estrarre dalle leggi di mercato» i vaccini, garantendo l’accesso a tutti. È anche una risposta a Donald Trump, che ha dichiarato che il vaccino contro il Covid prodotto in Usa sarà riservato agli americani per primi.

Ieri, in Francia c’è stata una nuova giornata di grosse manifestazioni del personale sanitario, preoccupato per la lentezza e le incertezze degli stati generali della sanità, in corso al ministero (nell’avenue de Ségur). Dei black bloc hanno investito il corteo parigino alla fine, creando tensione con la polizia. Ci sono stati 16 fermi.

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