Macron tifa da solo, per Francia-Israele stadio vuoto da record
Calcio Dopo oltre un anno di guerra nella Striscia e dopo una settimana da Ajax-Maccabi. Il presidente ci sarà ma allo Stade de France venduti solo 20mila biglietti (su 81mila posti)
Calcio Dopo oltre un anno di guerra nella Striscia e dopo una settimana da Ajax-Maccabi. Il presidente ci sarà ma allo Stade de France venduti solo 20mila biglietti (su 81mila posti)
Ci sarà anche Macron tra i pochi spettatori di Francia-Israele di Nations League, questo giovedì. “Pochi” perché la notizia del momento, a Parigi, è che il match – tanto sentito su un piano politico – rischia di stabilire un clamoroso record negativo di affluenza. I media francesi riportano che non sarebbero stati venduti più di ventimila biglietti, con il concreto rischio di lasciare quasi deserto il colossale Stade de France, l’impianto da oltre 81mila posti sito a Saint-Denis. Il poco appetibile primato spetta per il momento alla gara contro la Nuova Zelanda della Confederations Cup del 2003, che condusse allo Stade de France appena 36.842 spettatori.
«Questo contesto di tensione può portare molti tifosi ad avere paura», ha spiegato a Ouest France il presidente della Federcalcio Philippe Diallo. A fargli eco, nella conferenza stampa pre-match di ieri, è stato il difensore Dayot Upamecano: «Posso capire perché la gente non voglia venire allo stadio».
Oltre un anno di bombardamenti su Gaza a cui, più di recente, si è sommata la situazione di giovedì scorso ad Amsterdam, con i disordini avvenuti attorno ad Ajax-Maccabi Tel Aviv. Ma pesano anche le questioni interne: mercoledì 6 novembre il ministro dell’interno Retailleau ha condannato la coreografia pro-Palestina dei tifosi del Paris Saint-Germain in Champions League, minacciando azioni da parte del governo. Il club parigino (ma di proprietà qatariota) ha infine deciso di sanzionare i propri fan, i quali durante la trasferta di sabato ad Angers in campionato hanno risposto con uno striscione: «Libertà per gli ultras».
Già il 4 novembre, però, un gruppo di attivisti pro-Palestina aveva occupato gli uffici parigini della Federcalcio, chiedendo la cancellazione del match ed esortando i calciatori francesi a prendere posizione contro le violenze israeliane a Gaza. Governo e federazione hanno invece confermato che la partita si sarebbe tenuta regolarmente e senza alcuna limitazione al numero di spettatori. Retailleau aveva però precisato che non sarebbe stato consentito l’ingresso a bandiere palestinesi o ad altri simboli politici non relativi alle due squadre in campo. «Così dice la legge», gli ha fatto eco il prefetto di Parigi Laurent Nuñez; eppure la scorsa estate, durante i Giochi Olimpici, nessuno aveva impedito ai tifosi di sventolare bandiere palestinesi durante Mali-Israele e Israele-Paraguay del torneo di calcio maschile.
Per garantire la sicurezza allo Stade de France saranno impiegati 1.600 agenti di polizia: di norma, per una gara di questo tipo e con lo stadio al massimo della capienza, ne bastano non più di 1.300. Per Israele non sarà comunque la prima volta in uno stadio quasi deserto e in un clima di contestazione: lo scorso 14 ottobre c’erano appena 11.700 persone alla gara contro l’Italia. In quel caso la Figc aveva però preferito organizzare l’incontro nel piccolo e periferico stadio di Udine, da circa 25.000 posti, per evitare problemi.
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