Usa, sulla pelle dei migranti
L'ultima 50 persone che avevano attraversato il confine dal Messico sono state «spedite» dal governatore nazional populista della Florida a Martha’s Vineyard, isola-resort al largo del Massachusetts
L'ultima 50 persone che avevano attraversato il confine dal Messico sono state «spedite» dal governatore nazional populista della Florida a Martha’s Vineyard, isola-resort al largo del Massachusetts
Di solito quando atterrano voli nella ridente isola-resort di Martha’s Vineyard a largo del Massachusetts, non lontano da Cape Cod, si tratta di velivoli privati di facoltosi vacanzieri che qui hanno signorili seconde case. Ma quando mercoledì sono arrivati due voli charter provenienti dalla Florida sono sbarcate 50 persone dall’aria sperduta alcune delle quali si sono domandate: «Questa sarebbe Boston?». Nel piccolo aeroporto non c’era nessuno ad attenderli ed i passeggeri – migranti si sarebbe poi saputo, provenienti principalmente dal Venezuela – hanno dovuto camminare coi loro bagagli per cinque chilometri prima di arrivare in paese e raggiungere le autorità. Preso atto che non avevano mangiato o bevuto da 12 ore i nuovi arrivati sono stati sistemati in dormitori d’emergenza e rifocillati.
LE FAMIGLIE ispaniche, con donne e bambini, si sarebbe in seguito saputo, avevano attraversato il confine messicano col Texas – a 4000 km di distanza. Fin qui un percorso condiviso ogni anno da centinaia di migliaia di profughi. Nel caso specifico però le persone erano state reclutate nei centri accoglienza texani ed invitate ad imbarcarsi su voli speciali con l’assicurazione di essere diretti a Boston dove sarebbero stati assistiti per formalizzare la procedura di richiesta d’asilo.
I VOLI, che da un aeroporto in Texas avevano fatto scalo in Florida prima di giungere nella piccola isola benestante e progressista (qui viene in vacanza Obama), erano stati predisposti da Ron DeSantis, il governatore ultra conservatore della Florida come azione «dimostrativa». Qualcosa di simile a prelevare i migranti da un Cas e spedirli a Capalbio o accamparli vicino alle abitazioni di avversari politici.
Fa tutto parte infatti di un nuova strategia politica. Da qualche mese DeSantis (il più papabile fra gli aspiranti eredi di Trump) ed i suoi colleghi in Arizona (Doug Ducey) e Texas (Gregg Abbott) hanno adottato la tattica di spedire convogli – e ora apparentemente voli charter – carichi di immigrati “clandestini” verso gli stati liberal che sostengono la “politica delle frontiere aperte” voluta da Biden.” Da settimane torpedoni carichi di povera gente fanno rotta su New York, Washinton, Chicago e altre “città santuario” le cui amministrazioni locali si sono dichiarate solidali con gli immigrati.
Sempre la scorsa settimana un centinaio di profughi sono stati fatti scendere davanti al portone della residenza della vicepresidente Kamala Harris, tutto a favore di telecamere. È l’ultima escalation di una ribellione sempre più esplicita degli stati oltranzisti fedeli a Trump nei confronti delle politiche nazionali emanate a Washington. Tutto accompagnato da furiose polemiche (la sindaca della capitale si è dichiarata fiera di ricevere i migranti espulsi dal Texas sottolineando i diversi valori di accoglienza ed empatia della sua città).
DAL CANTO LORO i governatori nazional populisti del sud considerano una retribuzione esemplare mettere i “liberal del nord” di fonte alle conseguenze di un problema che si abbatte prevalentemente sugli stati di confine. Si delinea sempre più marcata insomma la divisione fra ribelli del sud e governativi del nord. E se questo non può che evocare i fantasmi dell’ultima guerra civile, le attuali iniziative ricordano anche le “reverse freedom rides” che dal sud spedivano “neri a nord” per rappresaglia contro l’attivismo dei diritti civili.
VERO È CHE L’USO delle persone come figuranti strumentali ad una campagna politica (DeSantis sull’aereo ha voluto anche un video operatore per le riprese di spot elettorali) stavolta è parso particolarmente meschino e cinico. Secondo alcuni nelle azioni dei governatori si ravviserebbero gli estremi del traffico illecito di esseri umani. Negli ultimi mesi il solo Abbott (che ha anche ribadito l’intenzione di ultimare un muro sul confine del suo stato col Messico) avrebbe “trasferito” oltre 9.800 persone verso stati e città progressisti per «impartire loro una lezione» sulle politiche permissive di Biden. L’attuale presidente ha abrogato la tolleranza zero istituita da Trump, il respingimento ad oltranza dei richiedenti asilo e fermato la costruzione del muro fortificato di frontiera. Lungi da una frontiera aperta tuttavia il confine col Messico continua ad essere une barriera pressoché insormontabile fra il sottosviluppo del sud e il miraggio americano, lungo il quale vengono fermati ogni mese fino a 200.000 tentativi di ingresso.
L’IMMIGRAZIONE illegale è da sempre cavallo di battaglia della destra populista e affidabile argomento per alimentare i livori razzisti e xenofobi. Alle critiche i conservatori reagiscono con un celodurismo pari a quello di Orbán di fronte alle censure della Ue, nella certezza che ogni rimprovero non farà che rinsaldare il sostegno della base. Gli ultimi trasferimenti “dimostrativi” segnano tuttavia un livello di insubordinazione sempre più spavalda degli stati conservatori e presagisce uno scontro frontale sui temi emozionali (razzismo, immigrazione, aborto, diritti) con margini sempre più ristretti per ogni mediazione nella cruciale stagione politica che l’America affronterà fra le elezioni di medio termine di novembre e le presidenziali del 2024.
Intanto, le 50 persone spedite come pacchi a Martha’s Vineyard ieri sono state spostate in una base militare a Cape Cod, sempre in Massachusetts. che verrà utilizzata come rifugio temporaneo e dove riceveranno cibo e i servizi necessari. «Invece di lavorare insieme a noi a delle soluzioni – ha commentato il presidente Biden giovedì notte – i repubblicani fanno politica sulla pelle di esseri umani».
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