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Usa, stretta sulle «interferenze» russe: nel mirino anche Tim Pool

Usa, stretta sulle «interferenze» russe: nel mirino anche Tim PoolTim Pool

Stati uniti La parabola discendente dell'influencer, da Occupy Wall Street alla Casa bianca di Donald Trump

Pubblicato 2 mesi faEdizione del 6 settembre 2024

Tre seguitissimi influencer conservatori statunitensi, Tim Pool, Dave Rubin e Benny Johnson, hanno rilasciato delle dichiarazioni per difendersi dalle accuse del dipartimento di Giustizia secondo cui una società americana che si occupa di creazione di contenuti online, e alla quale tutti e tre sono associati, avrebbe ricevuto quasi 10 milioni di dollari da dipendenti dei media statali russi per pubblicare video contenenti messaggi favorevoli agli interessi e all’agenda di Mosca, inclusi quelli riguardanti la guerra in Ucraina.

LE AGENZIE di intelligence Usa hanno concluso che il Cremlino, nonostante le dichiarazioni di Putin, preferisce un futuro con Donald Trump alla Casa bianca, invece che Kamala Harris,in particolare per la sua posizione sul conflitto in Ucraina. L’emittente Rt, già costretta a registrarsi negli Usa come «agente straniero», è da tempo nel mirino delle autorità, che la considerano un network di propaganda usato per seminare caos e divisioni.

Così il procuratore generale Merrick Garland, durante una conferenza stampa, ha accusato il Cremlino di voler manipolare l’opinione pubblica americana per le elezioni 2024 Il dipartimento di Giustizia non ha menzionato direttamente la società per cui lavorano gli influencer, ma ha descritto un’azienda di creazione di contenuti con sede nel Tennessee, con sei commentatori, e con un sito web che si identifica come «una rete di commentatori eterodossi che si concentrano su questioni politiche e culturali occidentali». È questa è esattamente la Tenet Media, società online che ospita video realizzati dai noti influencer ultra conservatori Tim Pool, Benny Johnson e Dave Rubin. Da Tenet non è arrivata nessuna dichiarazione, né risposte alle richieste di commento dei media.

A PENSARCI sono stati direttamente gli influencer, in modo particolare Tim Pool, che del gruppo è quello con la storia più vicina a una caduta negli inferi, in quanto i suoi inizi sono stati di tutto rispetto. Nel 2011 era uno dei livestreamer di Occupy Wall Street, si comportava da lupo solitario ma le sue 16 ore consecutive di diretta su Ustream durante lo sgombero di Zuccotti Park avevano sancito la nascita di un codice e un linguaggio della diretta autoprodotta, che è stato poi adottato da tutti gli hacktivist non solo statunitensi. Da lì è natauna carriera che l’ha portato in molte piazze, dalla Grecia a Ferguson, prima come livestreamer indipendente e poi come inviato di Vice e Fusion tv. Nel 2012 aveva preso parte alla convention hacker di New York Hope, Hacker on Planet Earth, per spiegare linguaggio e tecnica dello streaming video così come l’aveva codificato e usato con Occupy Wall Street.

Nel 2015 era stato alla convention democratica, ma dopo la vittoria di Trump pian piano i suoi messaggi sono diventati sempre più opachi, specialmente dopo l’adunata filo nazista di Charlottesville, Unite The Right, da dove era andato via dichiarando di sentirsi un «target» della violenza durante gli scontri in quanto, anche se coreano d’origine, veniva percepito come bianco dagli afroamericani. Questa affermazione Pool l’ha ripetuta più volte durante gli stream di manifestazioni di Black Lives Matter, lasciati a metà in quanto si sentiva «in pericolo per via del razzismo dei neri sui bianchi».

MAN MANO che queste dichiarazioni diventano più frequenti diventava anche chiaro che Pool non poteva più rientrare nella lista dei giornalisti non schierati a destra. Ha iniziato a lavorare da indipendente su YouTube e altre piattaforme, promuovendo opinioni via via più conservatrici fino ad arrivare a posizioni ultra reazionarie, lavorando con entità e persone estremiste come InfoWars, Milo Yiannopoulos, Alex Jones, per dire solo alcuni. La sua consacrazione a megafono Maga è avvenuta nel luglio 2019, quando Pool ha partecipato a un evento della Casa bianca in cui Trump ha invitato i maggiori influencer di destra «ingiustamente presi di mira per le loro opinioni».

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