L’impatto della sentenza della Corte suprema Usa che ha cancellato il diritto all’aborto a livello federale sta avendo ripercussioni che vanno oltre il campo delle interruzioni di gravidanza: un numero crescente di donne sostiene che le leggi degli stati più conservatori stiano interferendo con l’accesso a un medicinale di prima linea, specifico per il trattamento di malattie autoimmuni.

IL FARMACO in questione è il metotrexato, il più comune dei medicinali usati per trattare malattie come l’artrite reumatoide, il lupus, il morbo di Crohn, la psoriasi e alcuni tipi di cancro. Il metotrexato, però, può essere utilizzato anche per terminare una gravidanza indesiderata, o essere prescritto per il trattamento delle gravidanze extrauterine.
Ora che alcuni stati a guida repubblicana hanno nuove restrizioni sull’aborto, sono sempre più numerosi i casi di donne in età riproduttiva che si vedono rifiutare l’accesso al metotrexato, in quanto medici e farmacisti si rifiutano di venderlo o di prescriverlo, per ragioni che vanno dall’obiezione di coscienza al timore di incorrere in sanzioni penali, nel caso in cui una donna dovesse usarlo per abortire. Timori non del tutto peregrini: per la nuova legge del Texas, ad esempio, è specificatamente considerato un reato la vendita il metotrexato allo scopo di porre fine a una gravidanza, mentre in Carolina del Sud è legalmente consentito agli operatori sanitari di rifiutarsi di curare i casi non di emergenza, se questi sono in conflitto con i propri valori religiosi.

A FARNE LE SPESE sono le donne con malattie autoimmuni che, solo perché sono in età fertile, per potersi curare devono superare il sospetto di volere usare il farmaco per scopi terapeutici diversi da quelli dichiarati. In loro difesa è arrivato il Dipartimento della salute e dei servizi umani, che ha pubblicato un elenco di condizioni mediche che devono essere affrontate somministrando farmaci anche se, tra gli altri usi, includono quello di indurre un aborto. Il Dipartimento ha avvertito i farmacisti che rifiutarsi di somministrare tali farmaci violerebbe le leggi federali contro la discriminazione.

L’AMERICAN COLLEGE of Rheumatology (ACR) ha annunciato di aver «messo insieme una task force di esperti medici e di politici per determinare la migliore linea d’azione al fine di garantire che le nostre pazienti mantengano l’accesso ai trattamenti di cui hanno bisogno», ed ha chiesto ai pazienti che hanno avuto problemi nell’avere accesso al metotrexato di inviare un’e-mail per affidare a loro il caso. La Arthritis Foundation ha anche istituito un numero verde dedicato all’assistenza per affrontare gli ostacoli all’accesso alfarmaco. Un sistema simile è stato implementato anche dalla Lupus Foundation, mentre i medici si stanno organizzando per trattare le condizione infiammatorie autoimmuni con opzioni terapeutiche alternative, solitamente prescritte ai pazienti che sviluppano effetti collaterali indesiderati al metotrexato.