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Usa, cadono finalmente le restrizioni per i gay che vogliono donare il sangue

Usa, cadono finalmente le restrizioni per i gay che vogliono donare il sangue

Stati Uniti La Croce Rossa americana ha adottato delle nuove regole rispetto a quelle stabilite dalla Food and Drug Administration quasi 40 anni fa e ha posto fine ai paletti per le donazione di sangue che escludevano gli uomini gay e bisessuali

Pubblicato circa un anno faEdizione del 9 agosto 2023

La Croce Rossa americana ha adottato delle nuove regole rispetto a quelle stabilite dalla Food and Drug Administration quasi 40 anni fa e ha posto fine alle restrizioni per le donazione di sangue che escludevano gli uomini gay e bisessuali, ai quali era consentito donare il sangue solo se si astenevano dal fare sesso per tre mesi, anche se avevano una relazione monogama ed esclusiva.

Le cose sono finalmente cambiate e in un comunicato la Croce Rossa ha dichiarato che da ora “tutti i donatori dovranno rispondere alle stesse domande di ammissibilità, indipendentemente dal genere o dall’orientamento sessuale, e saranno valutati per la donazione di sangue in base a fattori di rischio individuali”.

“Onestamente non capisco perché ci sia voluto così tanto perché questa regola antiquata ed omofoba venisse cambiata” ha scritto su BlueSky l’attore e attivista George Takei, noto principalmente per il ruolo di timoniere dell’Enterprise di Star Trek, e per avere fatto coming out nel 2004, a 68 anni, cominciando da allora a battersi per i diritti della comunità Lgbtq.

Le nuove linee guida sono state finalizzate a maggio dalla US Medicines Agency, ma sono entrate in vigore solo lunedì scorso e saranno di grande aiuto visto che il sangue fornito dalla Croce Rossa americana costituisce circa il 40% del sangue donato negli Stati Uniti.

Il bando per gli uomini gay e bisessuali entrò in vigore all’inizio dell’epidemia di Aids, quando il timore della trasmissione del virus Hiv era altissimo e la sindrome da immunodeficienza acquisita poco compresa. Con il passare degli anni gli esperti hanno più volte sottolineato che questa regola non aveva alcun senso, e nel 2006 la Croce Rossa stessa aveva dichiarato senza mezzi termini che la norma “non è supportata da alcun dato scientifico o clinico”, in quanto il sangue donato viene comunque sottoposto a screening sulla presenza del virus Hiv.

Il timore di alcuni si concentrava sulla finestra di 10 giorni, dal momento in cui l’infezione viene trasmessa e quando viene identificata dalle analisi.

Nel 2015 la Fda aveva le sue linee guida per consentire agli uomini che hanno rapporti sessuali con uomini di donare il sangue, a patto che fossero astinenti da almeno un anno. L’agenzia ha poi ridotto il periodo di astinenza nel 2020, portandolo a tre mesi, a causa della carenza di sangue durante la pandemia di Covid-19.

Come in precedenza, dalla donazione rimane tuttora escluso chi è risultato positivo al virus, le persone che assumono farmaci per prevenire l’Hiv come la PrEP, che, secondo i medici, possono ritardare la rilevazione del virus nei test di screening, non potranno donare il sangue fino a 3 mesi da l’ultima dose. Tutti i potenziali donatori completeranno, quindi, lo stesso questionario di valutazione del rischio per determinare la loro recente attività sessuale, con l’obiettivo di ridurre “il rischio di Hiv trasmesso per trasfusione”, ha annunciato la Fda, ripetendo ancora una volta: “indipendente dai loro orientamenti sessuali”.

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