Internazionale

La Corte suprema torna a lavoro. E respinge subito il diritto all’aborto

Manifestazione di protesta davanti alla Corte suprema UsaManifestazione di protesta davanti alla Corte suprema Usa – Bill Clark/Ap

Stati uniti I giudici rimbalzano subito la richiesta del dipartimento di Giustizia di obbligare il Texas a rispettare le linee guida federali sull'Ivg in caso di pericolo per la vita delle donne

Pubblicato circa un mese faEdizione del 8 ottobre 2024

Lunedì la Corte suprema statunitense è tornata al lavoro dopo la pausa estiva. E una delle sue prime mosse è stata quella di respingere la richiesta del dipartimento di Giustizia, che chiedeva di annullare la sentenza emessa da un tribunale federale lo scorso gennaio, e che permette al Texas di ignorare le linee guida federali sull’aborto. Secondo le quali  i medici, in caso di emergenza per la salute della donna, sono tenuti a praticare degli aborti, anche se negli stati in cui la procedura è vietata . I nove giudici a supermaggioranza conservatrice (6 a 3), di cui tre nominati da Donald Trump, hanno però respinto la richiesta del dipartimento di Giustizia, e senza fornire alcun dettaglio.

L’Alta Corte ha respinto il caso presentato da Uber e Lyft sulle cause intentate dallo stato della California per conto degli autisti che hanno firmato degli accordi per non portare in tribunale le controversie legali tra loro e le società. Le due compagnie  sono state citate in giudizio da migliaia di autisti statunitensi che sostengono di dover essere trattati come dei veri e propri dipendenti da queste società, ma finora sono pochi i casi che hanno prodotto delle sentenze definitive, e molti di essi sono stati rimandati alle corti federali.

Martedì, invece, la Corte Suprema dovrà  confrontarsi con un caso spinoso, che riguarda i tentativi dell’amministrazione Biden di regolamentare le armi da fuoco non tracciabili, le cosiddette ghost weapon – armi fantasma . La battaglia in tribunale coinvolge una legge del 2022 del Bureau of Alcohol, Tobacco, Firearms and Explosives, Atf, che esige per le armi fantasma gli stessi requisiti e controlli delle vendite necessari per le armi da fuoco commerciali. La questione su cui sono chiamati ad esprimersi i giudici non è se i diritti del Secondo Emendamento siano stati violati, ma piuttosto se l’amministrazione Biden abbia ecceduto  l’esercizio  dei suoi poteri quando ha emanato la norma.

Il caso è simile a quello sul quale la Core suprema si è già espressa, riguardante il divieto per i dispostivi bump stock, che aumentano la frequenza di sparo delle armi. Il divieto era stato introdotto a fine 20188 dall’amministrazione  Trump, in seguito alla strage compiuta nell’ottobre del 2017 a Las Vegas da un uomo che, proprio grazie ai bump stock, era riuscito ad uccidere 58 persone e ferirne oltre 500.

In quel caso, la maggioranza conservatrice della Corte Suprema aveva invalidato la norma che aveva reso illegali i dispositivi, ritenendo che l’Atf fosse andato oltre i limiti della sua autorità emanando una legge che classificava i bump stock come armi automatiche.

Ma c’è una questione che, pur non essendo ancora sul calendario dei giudici, al momento è al centro dell’attenzione: le elezioni presidenziali. La prospettiva che alla Corte  venga chiesto di valutare le cause prima, e potenzialmente dopo le elezioni, è alta.

Ma se le controversie che insorgeranno saranno dei “successi”, come per il caso Bush vs Gore – che di fatto ha deciso l’esito delle elezioni del 2000 a favore di George W. Bush –  o fallimenti, come i vari tentativi di ribaltare la vittoria di Joe Biden nel 2020, resta da vedere. A differenza dei tribunali di grado inferiore che non hanno scelta, i togati della Corte suprema possono decidere quali casi esaminare. E come intervenire sul futuro del Paese.

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