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Un’agorà sullo spazio politico europeo

L'iniziativa Ora più che mai, in Italia, occorre creare occasioni per un dibattito pubblico. Dopo il primo incontro alla Sorbona, prossimi appuntamenti a Bologna e Parma

Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 15 giugno 2018

Perché scegliere l’Europa come spazio politico decisivo per la sinistra?

Mentre l’Aquarius naviga nelle acque del Mediterraneo verso il porto sicuro (certo non il primo) di Valencia, l’Europa è scossa da due venti contrastanti. Da un lato, quello liberista ed europeista, dall’altro, quello delle destre antieuropeiste e antimmigrazione. La decisione di Matteo Salvini, infatti, si inscrive nella vasta panoramica che si estende dai paesi del patto di Visegrad ai ministeri degli Interni tedesco ed austriaco, e che punta a rafforzare le frontiere esterne e a bloccare quelle interne. Un vero e proprio blocco, a cui si contrappone quello della Francia di Macron, il quale accusa l’Italia di irresponsabilità dopo aver perseguito politiche di chiusura e di smantellamento dei campi di rifugiati, e di En Marche, la cui portavoce parla addirittura di «atteggiamento vomitevole», della Germania di Angela Merkel, insomma, dell’Europa di Bruxelles, che si trova ora ad accogliere al proprio interno la nuova Spagna socialista e solidale di Pedro Sánchez e della sua ministra della Giustizia, la quale minaccia di denunciare l’Italia per violazione dei trattati internazionali. Questi i due blocchi. In mezzo, la vita di seicento persone lasciate a attendere nel Mediterraneo di fronte a una serie di porti sicuri che chiudono loro le porte (la Sicilia, Malta, la Corsica…). L’Aquarius, già ribattezzata la nave dell’Odissea, è costretta a cambiare rotta verso la traversata infinita. Ma la legge del mare parla chiaro, così come i numeri: l’Aquarius avrebbe dovuto approdare nel primo porto sicuro, quando si trovava a 35 miglia nautiche dalla costa italiana e 27 da quella maltese, contro le 750 che la separano da Valencia.

Di fronte all’emergenza migranti e allo scontro durissimo di due blocchi contrapposti, sembra che la sinistra, in primis quella italiana, abbia lasciato il campo di battaglia. Più in generale, viene da chiedersi se non vi sia uno spazio che sia troppo a lungo rimasto vuoto e che tocchi alla sinistra occupare: lo spazio politico europeo. Ora più che mai, in Italia, occorre creare occasioni per un dibattito pubblico, un’agorà per pensare a come riorganizzare lo spazio politico europeo e reinserirsi al suo interno.

Riprendendo da Étienne Tassin e Étienne Balibar l’idea della notte della filosofia di Praga, si è scelto di chiamare Agorà sullo spazio politico europeo una nuova iniziativa che va in questo senso. La prima agorà si è tenuta alla Sorbona lo scorso 25 maggio e ha visto partecipare Étienne Balibar, Luke Cooper, Simone Oggionni, Antonio Panzeri, Andrea Pisauro e Nadia Urbinati. Essa ha aperto la strada a una serie di sessioni per parlare del futuro dello spazio politico europeo in questo momento di disorientante instabilità politica. L’idea è quella di aprire un dibattito continuo, con personalità politiche e accademiche, sulla situazione della sinistra europea e dello spazio politico europeo, centrato su argomenti di attualità politica contemporanea, quali ad esempio: socialismo vs. populismo; fragilità e lavoro; migrazione e cittadinanza; uguaglianza. Questi eventi sono pensati per essere non partitici e non accademici, ma aperti a tutti i cittadini.

La modalità è quella di una tavola rotonda in italiano, francese e inglese. Il video della prima agorà è ora visualizzabile sul sito dell’iniziativa agoraeupoliticalspace.wordpress.com/, dove saranno peraltro presto disponibili i dettagli relativi alle prossime due agorà, che si svolgeranno a settembre a Bologna e a Parma. Ad esse parteciperanno figure di primo piano del panorama accademico e politico, italiano ed europeo, fra cui: Riccardo Caporali, Sandro Mezzadra e Maurizio Ricciardi dell’Università degli studi di Bologna, Nadia Urbinati (Columbia University), Caterina di Fazio (Paris 1 Panthéon-Sorbonne), Darian Meacham (Maastricht University), Francesco Tava (UWE Bristol); i deputati europei Guillaume Balas, Virginie Rozière et Flavio Zanonato, Luke Cooper (Another Europe is Possible), Niccolo Milanese (European Alternatives), Simone Oggionni (MdP), Andrea Pisauro (DIEM UK) e Sara Prestianni (specialista politiche di immigrazione).
Caterina di Fazio

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