Cultura

Una vita intensa e troppo breve

Una vita intensa e troppo breve

La Rosa rossa 1919-2019 «Socialismo o barbarie», contro il militarismo e i nazionalismi. La biografia di Rosa Luxemburg

Pubblicato quasi 6 anni faEdizione del 15 gennaio 2019

Vita breve, intensa, quella di Rosa Luxemburg.

Con alcune intuizioni teoriche che forniscono una lettura particolare del marxismo e delle conseguenze della rivoluzione russa del 1917. Infatti, prese posizione contro il revisionismo teorico di Eduard Bernstein ma fu anche critica rispetto al modello leninista di organizzazione del partito (troppo elitario, troppo per «quadri» d’avanguardia). Il che non impedì che al Congresso dell’Internazionale di Stuttgart del 1907 fu proprio Lenin a volerla fra i delegati cedendole un posto nella delegazione del Partito bolscevico.

Per Rosa Luxemburg, come per Gramsci, la rivoluzione doveva essere un processo di continua conquista di «casematte», di maturazione collettiva attraverso la strategia consiliare che avrebbe dovuto garantirne la democraticità. Ecco perché Lelio Basso, che studiò a lungo i suoi scritti, la definì esponente di un originale «socialismo libertario».
Rosa nasce a Zamość, Polonia russa, il 5 marzo 1871 da genitori ebrei. Il padre era un commerciante di legname. Quando ha appena due anni, la famiglia va a vivere a Varsavia. Una malattia all’anca la rende claudicante per tutta la vita. Al liceo entra in contatto con il gruppo clandestino Proletariat, di cui diventa militante. Nel 1889 espatria in Svizzera, perché ricercata dalla polizia. Si iscrive alla facoltà di Filosofia di Zurigo per poi passare a quella di Diritto e Scienze politiche. Si laurea nel 1897 con una tesi sullo sviluppo industriale della Polonia, redatta in un soggiorno a Parigi.

Entra in contatto con gli ambienti dei rifugiati politici russi e polacchi. Conosce Leo Jogiches che diventa suo compagno di lotta e poi di vita per un periodo. Gli anni di Zurigo sono quelli della formazione teorica e dell’impegno politico finalizzato soprattutto alla costruzione del Partito socialdemocratico polacco, successivamente trasformatosi in Partito socialdemocratico di Polonia e Lituania. Nel 1898 abbandona la Svizzera e va a vivere in Germania.

Lo stesso anno ottiene la cittadinanza tedesca. Milita da subito nell’ala sinistra della socialdemocrazia guidata da August Bebel, Si reca a Varsavia nel 1905, dove viene arrestata per la sua attività rivoluzionaria insieme a Jogiches. Riesce a tornare in Germania, dove partecipa a tutti i più importanti dibattiti nella Spd (il partito socialdemocratico), in particolare contro il militarismo e il nazionalsciovinismo che portano alla votazione in Parlamento dei crediti di guerra da parte dei deputati socialdemocratici con l’assenza di un’opposizione alla prima guerra mondiale.

Dal 1907 al 1914 insegna economia politica alla scuola di partito di Berlino. Durante la guerra, nonostante lunghi periodi di prigionia, non interruppe gli studi e la stesura dei suoi scritti. Nel 1916 è con Karl Liebknecht tra i fondatori dello Spartakusbund, il movimento spartachista che prendeva il nome dal gladiatore che aveva guidato la ribellione degli schiavi nell’impero romano. Da quel momento, con la fine di fatto della Seconda internazionale e la trasformazione assai moderata della socialdemocrazia tedesca, Luxemburg si impegna per la ricostituzione di una forza marxista rivoluzionaria che vedrà la luce proprio con la fondazione dello Spartakusbund che poi si scioglierà nel Kpd, il Partito comunista tedesco, nel 1918.

Quando scoppia la Rivoluzione russa del 1917, Rosa è convintamente al fianco dei bolscevichi. Ciò non le impedisce di avvertire i pericoli del sistema a partito unico e dall’abbandono della strategia consiliare dei soviet. Critica anche lo scioglimento dell’Assemblea costituente e la firma del trattato di Brest-Litovsk con cui la Russia esce dalla prima guerra mondiale. Lo fa nell’estate del 1918, dal carcere, dove trascorre la maggior parte del periodo tra il 1915 e il 1918. Nel pieno del tentativo della rivoluzione tedesca, viene assassinata il 15 gennaio del 1919 insieme a Karl Liebknecht (Leo Jogiches sarà assassinato nel marzo successivo) dai Freikorps, reparti militari agli ordini del governo di cui facevano parte pure i socialdemocratici: una tragedia. Rosa Luxembug aveva appena 48 anni.

La sua opera fondamentale è considerata L’accumulazione del capitale, apparsa nel 1913, prezioso contributo allo studio della politica imperialistica e coloniale dell’epoca. Il filosofo ungherese György Lukács considerava questo testo insieme a Stato e Rivoluzione di Lenin «le due opere fondamentali con le quali rinasce storicamente il marxismo moderno».

 

Gruppo di miliziani dei Freikorps che uccisero Rosa e Liebknecht

 

Bibliografia essenziale/Dall’«Accumulazione del capitale» alle lettere private

«Nel 1986 i riflettori dei cinema si accendono su Rosa Luxemburg con il rigoroso film di Margarethe von Trotta, interpretato da Barbara Sukowa e presentato a Cannes, ora visibile nella versione italiana su youtube, mentre verrà riproposto a Roma alla Casa del cinema il 21 gennaio, presente von Trotta. Dieci anni prima, nel 1976, in Italia veniva rappresentata la monografia teatrale «Rosa Luxemburg» di Luigi Squarzina e Vico Faggi. Ricca è la reperibilità di testi di Rosa Luxemburg: “L’accumulazione del capitale, edizioni Pgreco, 2010 (è il testo più famoso, un’analisi del colonialismo e del moderno capitalismo); “La rivoluzione russa. Un esame critico”, Massari editore, 2004; “Un po’ di compassione”, Adelphi, 2007 (la descrizione delle disumane condizioni carcerarie nel penitenziario di Breslavia); “Socialismo, democrazia, rivoluzione”, Editori Riuniti University press, 2018 ; “Riforma sociale o rivoluzione?” , Editore Prospettiva, 2009; “Lettere 1915-1918”, edizioni Pgreco, 2017; “Lettere di lotta e disperato amore”, Feltrinelli, 2019 (le missive dal carcere); “Scritti politici” (due volumi prefati e curati da Lelio Basso), Editori Riuniti Internazionali, 2012; “La lega spartachista” (il programma del gruppo neocomunista, a cura di Gilbert Badia), Pgrego, 2016. Di Lelio Basso, il socialista italiano che più di altri ha studiato la comunista polacco/tedesca: “Per conoscere Rosa Luxemburg”, Mondadori, 1970. (a. ga.)

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