Una multa di troppo e molti guai per Appendino
Fine corsa per Paolo Giordana Favorisce un amico beccato senza biglietto sul bus. Si dimette il braccio destro della sindaca M5s. Ma tutta l’azienda dei trasporti è vicina al capolinea
Fine corsa per Paolo Giordana Favorisce un amico beccato senza biglietto sul bus. Si dimette il braccio destro della sindaca M5s. Ma tutta l’azienda dei trasporti è vicina al capolinea
Una storia di normale mediocrazia. Protagonisti: il capo di gabinetto della sindaca di Torino, Paolo Giordana e l’amministratore delegato di Gtt – l’azienda di trasporto pubblico torinese – Walter Ceresa. Una storia microscopica che diventa gigantesca in virtù della sbandierata superiorità morale che si è intestato il M5s.
Trama: un amico del capo di gabinetto prende una multa su un autobus, cose che capitano. Il capo di gabinetto chiama l’amministratore delegato della Gtt e arzigogola frasi così: «Un mio amico. Per carità, i controllori sono tanto bravi però un po’ troppo, come dire, quadrati. Praticamente un mio amico era sul pullman che stava per timbrare il biglietto e il controllore l’ha fermato dicendogli “lo deve timbrare 5 minuti fa, 1 minuto fa, 30 secondi fa. Adesso le devo fare la multa”. Non è tanto carina come cosa. Cosa possiamo fare?» L’altro, Walter Ceresa, risponde: «Sì, manda. Posso… Me la puoi mandare? Che faccio io!»
Cambio di scena, Ceresa telefona a Giordana, altro dialogo tra statisti: «Paolo, tutto a posto quella cosa che mi hai detto». Giordana risponde: «Quindi gli dico di stare tranquillo». Ceresa: «Sì, sì, non gli arriverà la multa». Parole che ricordano tanti personaggi interpretati da Alberto Sordi: ma forse è tutta una grande incomprensione, chissà.
Purtroppo ad ascoltare la conversazione tra i due, che non parlano del futuro del trasporto pubblico torinese a rischio privatizzazione, c’è la Finanza, dato che la Gtt sta per fallire causa debiti ed è in corso un’indagine per falso in bilancio che coinvolge proprio Ceresa.
Paolo Giordana si dice «convinto della correttezza del mio operato e lo dimostrerò nelle sedi opportune». E si dimette «per tutelare della città».
Da poche decine di euro, il valore della multa staccata lo scorso luglio, alle dimissioni dell’uomo che ha costruito il fenomeno Chiara Appendino, in appena quattro mesi. Una storia che vede protagonista quello che veniva definito il «Rasputin di Torino», niente meno. Colui che teneva insieme la macchina comunale e comandava come scolaretti consiglieri comunali e assessori. Di fronte al quale nessuno fiatava, perché era il braccio destro e sinistro della sindaca.
Un uomo passato attraverso le più svariate collaborazioni politiche, dai liberali a Piero Fassino, per poi essere elevato a maître à penser di Chiara Appendino, la quale gli ha dato vasto e incontrastato potere.
I due hanno scritto un libretto dal titolo: La città solidale, per una comunità urbana, edizioni Luce. 70 pagine molto critiche sulla supremazia del mercato, con vaghi echi marxiani – struttura e supestruttura nella prima parte dominano, con rimandi addirittura alla lotta di classe e al socialismo – per poi chiosare in un messaggio moderato.
È il manifesto ideologico confermato dai fatti del primo anno e mezzo di governo: una campagna elettorale classista e progressista seguita dalla dura realtà del conformismo a suon di tagli e privatizzazioni.
Ora la multa, le parole sgangherate al telefono, la polvere, tornerà a fare il funzionario comunale. Ma, in realtà, la vicenda di Giordana è marginale: sia per quanto concerne l’accusa che gli viene mossa, in ogni caso non rischia granché, sia perché distrae dalle cose, dalla materia del governo a cinque stelle di Torino.
Certo il mondo pentastellato ieri non resisteva alla tentazione del riflesso pavloviano che prevede lo schema complotto, poteri forti, colpa di Chiamparino per gli incendi, il Pd, lo smog, noi contro tutti, stiamo facendo la rivoluzione perciò ci odiano…
Ma la caduta di Paolo Giordana non lascia solo lutti. Sotto la facciata del complotto con la variante «non era un 5s», nel Movimento molti manifestavano sommessa gioia per la cacciata di un uomo che hanno sempre vissuto come avulso e invadente, purtroppo voluto dalla sindaca in persona.
Ora i cinque stelle torinesi voltano pagina e avanti col programma: multe arretrate, decine di migliaia, in arrivo per tutti coloro che non hanno un amico importante, privatizzazione parziale o fallimento di Gtt, vendita di una quota azionaria di Iren, privatizzazione della gestione di nidi e asili comunali.
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