Cemento a San Siro, la storia in svendita
Milano La giunta progressista di Sala «offre» l’area di 290 mila mq a Inter e Milan per soli 197 milioni. Il Meazza verrà abbattuto. Il consiglio comunale si spacca
Milano La giunta progressista di Sala «offre» l’area di 290 mila mq a Inter e Milan per soli 197 milioni. Il Meazza verrà abbattuto. Il consiglio comunale si spacca
Ora i 290.000 metri quadrati dell’area di San Siro potranno essere cementificati e il Meazza abbattuto per fare posto al nuovo stadio di proprietà di Inter e Milan. Lunedì sera il consiglio comunale di Milano ha dato il via libera alla vendita dello stadio e dell’area attorno all’impianto, tra i fischi di protesta e i cartellini rossi mostrati dagli abitanti dei comitati contrari all’abbattimento e una maggioranza di centrosinistra spaccata: cinque consiglieri hanno votato contro (i tre Verdi Tommaso Gorini, Francesca Cucchiara e Carlo Monguzzi, il consigliere del gruppo misto Enrico Fedrighini e il consigliere del Pd Alessandro Giungi) e due si sono astenuti (Rosario Pantaleo del Pd e Marco Fumagalli della lista Sala).
IL CRONOPROGRAMMA indicato dal sindaco Beppe Sala è ora serrato, bisogna fare in fretta perché a fine ottobre 2025 scatterà la tagliola del vincolo al secondo anello che impedirebbe l’abbattimento del Meazza facendo sfumare l’affare. Milan e Inter dovranno presentare l’offerta d’acquisto di San Siro e delle aree limitrofe entro il 31 marzo 2025, il prezzo di vendita è stato fissato dall’Agenzia dell’entrate: 197 milioni, cioè il valore di un paio di giocatori di buon livello come Lautaro Martinez e Leao. Lo stadio da solo vale 73 milioni, le aree i restanti 124: meno di mille euro al metro quadrato, il sogno di ogni costruttore.
SE TUTTO ANDRA’ BENE SECONDO questo piano a luglio 2025 ci sarà la firma del contratto di compravendita, Inter e Milan diventeranno proprietarie del Meazza e dell’area di San Siro e avendo schivato la tagliola del vincolo sul secondo anello potranno iniziare, dopo l’inaugurazione delle olimpiadi invernali del 2026, l’abbattimento dell’impianto. Il Meazza compirà 100 anni festeggiando il compleanno con la sua demolizione. Ma cosa succederà poi sull’area di San Siro? Il progetto ancora non c’è ma la base di partenza sono i rendering fantasmagorici presentati nel 2019 dove il nuovo stadio si intravedeva a fatica in una folta foresta di alberi.
ERANO GLI ANNI DEL GREEN e i due club non volevano essere da meno. Del «vecchio» Meazza dovrebbero restare in piedi la tribuna arancione, la torre sud/est e un pezzo della curva sud. Quello che oggi è il campo da gioco non si sa che fine farà. Possiamo immaginarci la museificazione delle vestigia del Meazza a favore di turista che potrà scattarsi selfie con alle spalle i resti delle mura di quella che un tempo era considerata la Scala del calcio.
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Via libera al grattacielo facile nella città di Beppe SalaIL CONSUMO DI SUOLO E’ IL TEMA CRUCIALE, il nuovo impianto dovrebbe prendere il posto del parco dei Capitani, un’area verde di 52.000 mq. «Altro che consumo di suolo zero» ha detto in consiglio comunale il Verde Carlo Monguzzi. «Costruire sull’area del parco dei Capitani dovrebbe essere vietato, è un’oscenità da un punto di vista ambientale. Il sindaco e il Pd hanno voluto spaccare la maggioranza su questo scempio». È l’allarme sollevato anche dai comitati residenti e da alcuni docenti ed esperti di urbanistica come Arianna Azzellino, Elena Granata, Paolo Pileri, dall’avvocata Veronica Dini: «Come mai a Bologna la squadra rosso blu e Webuild hanno siglato un accordo che prevede la ristrutturazione del Dall’Ara e invece a Milano pare impossibile?» si chiedono in una lettera pubblica. «Cosa sta facendo il Comune di Milano per fermare il consumo di suolo, a parte le continue dichiarazioni dell’assessore Tancredi, se poi a San Siro anche il parco dei Capitani e i suoi 52.000 mq di verde verrebbe spazzato via?».
SECONDO IL CONSIGLIERE COMUNALE del gruppo misto Enrico Fedrighini la partita vera è finanziaria: «I promotori di questa iniziativa sono gruppi finanziari, non hanno alcun interesse a riqualificare il territorio, non è il loro mestiere. La cosa più grave è l’amministrazione pubblica che delega un progetto di trasformazione del territorio a fondi d’investimento». Riguardo al consumo di suolo secondo Fedrighini a rischio non c’è solo l’area verde del parco dei Capitani, ma anche quella dell’ippodromo La Maura, oggi usata anche per grandi eventi e concerti.
«L’ORDINE DEL GIORNO VOTATO lunedì sera da Pd e Riformisti apre le porte al cemento anche nella pista della Maura proponendo esplicitamente un progetto di riqualificazione per quest’area. Ma cosa significa? La Maura è già un’area verde privata del comprensorio ippico di San Siro, inclusa nel Parco Sud, appositamente tutelata dalle norme del Parco: è inedificabile. Non servono nuovi vincoli su quest’area, come scritto nell’ordine del giorno, perché è già vincolata». Secondo Fedrighini «è la prova che la partita in corso sull’area dello stadio Meazza attiva a catena una serie di interessi di altri operatori intenzionati a generare profitti immobiliari».
PER IL CONSIGLIERE DEI VERDI Tommaso Gorini San Siro e le inchieste sull’urbanistica che stanno portando all’approvazione del decreto Salva Milano sono due facce della stessa medaglia: «A San Siro gli operatori economici che hanno in affitto l’area pretendono di trasformarla in una certa maniera compatibile con il proprio modello di business, e il Comune trova il modo di assecondarli, anche andando in conflitto con altre istituzioni e anche accettando la sponda di un governo politicamente di segno opposto», ha detto in aula rivolto al sindaco e ai colleghi di centrosinistra. «In questi anni ha guidato l’azione politica l’idea che l’interesse pubblico debba adattarsi alle esigenze del modello di business privato e non il contrario».
LA VOCE CRITICA NEL PD è Alessandro Giungi: «Verrà costruito un nuovo stadio a ridosso delle case e sull’area verde del parco dei Capitani. Quello che poi risulta essere veramente clamoroso è che Milan e Inter neppure hanno abbandonato i progetti di costruire un impianto rispettivamente a San Donato e Rozzano».
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