Italia

Napoli, ragazzo ucciso con un colpo in testa. L’arma era del cugino

Un momento del sit-in “Liberiamo Napoli dalla violenza” in Piazza del Gesù, a Napoli foto di Cesare Abbate/AnsaNapoli, piazza del Gesù: il sit-in «Liberiamo Napoli dalla violenza» – foto di Cesare Abbate/Ansa

Favola nere Ragazzo ucciso con un colpo in testa. L’arma era del cugino. È il terzo in soli 17 giorni, una scia di sangue mentre la politica litiga In piazza del Gesù la manifestazione per «disarmare» la città

Pubblicato 3 giorni faEdizione del 10 novembre 2024

Un proiettile in testa alle cinque del mattino di ieri. Arcangelo Correra, 18 anni, è un’altra vittima della «guerra» dei ragazzini che insanguina Napoli. È crollato a terra in piazza Sedil Capuano, in quel decumano maggiore del centro storico partenopeo che ogni giorno è percorso da frotte di turisti a caccia di foto, in una di quelle strade dove anche i bassi stanno diventando bed and breakfast e dove gli affitti delle non molte abitazioni ancora disponibili per i residenti sono rincarati fino al doppio. È morto in ospedale. L’ipotesi seguita dalla Squadra mobile, anche sulla scorta delle testimonianze dei due amici che erano con Arcangelo, è che si sia trattato di un colpo partito per sbaglio mentre «scarrellavano» una pistola.

È STATO FERMATO ieri sera il diciannovenne Renato Caiafa (cugino della vittima), fratello minore di Luigi, ucciso a 17 anni da un poliziotto durante una rapina nel 2020. I reati contestati: porto d’arma illegale e per ricettazione e, contestualmente, indagato per omicidio colposo. Prima di Correra era stato ammazzato alle due della notte tra il 23 e il 24 ottobre Emanuele Tufano, un quindicenne del quartiere Sanità. Vittima di una sparatoria in via Carminiello al Mercato (a pochi metri dalla stazione centrale) tra una banda di ragazzi della Sanità, tra i quali c’era anche lui, e un gruppo rivale della zona di piazza Mercato. A terra furono ritrovati una ventina di proiettili esplosi da diverse pistole.

SANTO ROMANO, 19 anni, è stato ucciso la sera del 2 novembre a San Sebastiano al Vesuvio, in provincia di Napoli. Gli ha sparato un diciassettenne al culmine di una lite innescata da una scarpa sporcata. Analogamente, nella notte tra il 19 ed il 20 marzo 2023, fu una scarpa, in quel caso pestata, ad accendere la rissa a Mergellina durante la quale furono esplosi diversi colpi di pistola. Francesco Pio Maimone, diciottenne aspirante pizzaiolo, si trovò nel posto sbagliato al momento sbagliato. Il suo assassino aveva all’epoca 20 anni. Cinque mesi dopo quella tragedia, eccone un’altra. Piazza Municipio, a pochi passi da Palazzo San Giacomo, la sede del Comune di Napoli. Esterno di un pub, folla di ragazze e ragazzi. L’innesco della lite il parcheggio di uno scooter. Parole grosse, insulti, poi qualcun ha sparato. Così è morto Giovanbattista Cutolo, un musicista di 24 anni. Il suo assassino ne aveva 16.

LA NOTIZIA DELLA MORTE di Arcangelo Correra è piombata in città proprio mentre in piazza del Gesù si radunavano i partecipanti alla manifestazione convocata per lanciare un appello al disarmo dei ragazzi. All’iniziativa hanno partecipato circa 300 persone e c’è chi, come Concetta Napoletano, la mamma di Francesco Pio Maione, sperava che sarebbero state molte di più e al cronista chiede: «Dove stanno i napoletani?». A pochi metri da lei il comboniano Alex Zanotelli, che vive alla Sanità, dipinge uno scenario drammatico: «La famiglia è saltata e pure la scuola. La chiesa, con gli oratori, non c’è più. Si fanno grandi progetti per il turismo, ma poi la verità è che se uno esce di notte in piazza Sanità vede decine di motorini che girano all’impazzata guidati da adolescenti. Ragazzi devastati, vuoti di progetti, di interessi e di speranze che si danno una identità indossando i panni dei boss. A volte, purtroppo, armandosi e sparando come i boss».

UNA PISTOLA MODIFICATA sul mercato napoletano, racconta Mariano Di Palma, il coordinatore di Libera Campania, «si acquista con 150 euro». Gianfranco Wurzburger, di Assogioca, mostra una scacciacani che costa 80 euro e che – dice – può essere trasformata in un’arma letale. Il problema, però, non è solo quello. «Il tema vero – incalza Cesare Moreno, dell’associazione Maestri di Strada – è coinvolgere in qualcosa di bello, di interessante e di gratificante i tanti ragazzi che tra Napoli e provincia non studiano e non lavorano. Uno su tre. Stanno per strada a far nulla. Capisco che sia difficile dare a tutti un lavoro, ma trasmettere passioni ed interessi lo è meno e può essere ancora più importante. Se uno fa teatro o subacquea o musica o falegnameria scopre che vale, che ha talenti e più difficilmente sta in strada con una pistola. Servono però educatori, iniziative sul territorio, progetti veri».

IN PIAZZA ci sono i sindacati (Nicola Ricci per la Cgil e Govanni Sgambati per la Uil) assessori, consiglieri comunali, parlamentari. Il sindaco Gaetano Manfredi: «Di notte per strada ci devono essere più uomini». Il Pd, in una nota a firma di vari parlamentari (tra essi Valeria Valente, Marco Sarracino ed Arturo Scotto) chiama in causa il Governo: «Non può cavarsela con più carcere e basta. Abbiamo bisogno di più assistenti sociali, psicologi, maestri scuole aperte, iniziative sportive e culturali, misure per la formazione». Mentre Fratelli d’Italia proclama: «È il fallimento della sinistra a Napoli».

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