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Nuovi sequestri ma il «Salva Milano» va avanti

Nuovi sequestri ma il «Salva  Milano» va avantiGrattacieli a Milano – Ansa

Sviluppo urbano Un'altra inchiesta edilizia sul tavolo della procura milanese, e al governo si lavora per sanare le incongruità

Pubblicato circa un'ora faEdizione del 8 novembre 2024

Proliferano a Milano le accuse di abusi edilizi, lottizzazione abusiva e falso, e sale ad almeno 14 il numero delle inchieste aperte sul tavolo della procura. Ieri il nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza ha sequestrato, nel quartiere nord di Farini, l’area del progetto «Scalo House» di Green stone funds, azienda che costruisce anche a Roma. Non è stata sequestrata “fisicamente”, perché già abitata, la residenza universitaria da 122 posti letto. A questa si aggiungono, nel progetto, due torri di 8 e 13 piani da 65 appartamenti, ancora in costruzione. Tra gli indagati: funzionari e dirigenti comunali, oltre a professionisti del mondo dell’edilizia Per i magistrati, la Commissione comunale per il paesaggio, composta «da professionisti nominati direttamente dal sindaco» avrebbe perso le sue caratteristiche di organismo indipendente e Scalo House sarebbe «un’operazione di mera speculazione edilizia, la cui unica ragione è la prospettiva della lucrosa rendita» a danno dell’ambiente. Intanto, mercoledì scorso, è stata depositata in Commissione ambiente alla Camera la proposta di legge del centrodestra detta «Salva Milano», inserita oggi nel Ddl Rigenerazione urbana ma già comparsa la scorsa estate in veste di emendamenti al decreto «Salva casa», poi convertito in legge.

Il testo della proposta vorrebbe sanare le incongruità urbanistiche sotto controllo da parte della procura di Milano, di cui Stone House è la punta dell’iceberg: in un anno e mezzo sono state aperte diverse inchieste e stroncati molti progetti architettonici, con oltre 150 cantieri bloccati e miliardi di euro di investimenti a rischio. Lo stallo in cui permane l’edilizia milanese dalla primavera del 2023 potrebbe sbloccarsi, dunque. Tra i casi più eclatanti quello delle Park Towers di Crescenzago, nell’area nord della città. La costruzione dei tre palazzi di 81, 59 e 10 metri era stata approvata dal comune tramite la Scia (segnalazione certificata di inizio attività), un documento che dà il via ad attività di manutenzione e restauro non invasive, e che per questo consente l’accelerazione delle procedure burocratiche. Per i pm e la gip, però, non è possibile paragonare a delle opere di ristrutturazione la costruzione di grattacieli, che invece porta con sé la necessità di adattare i servizi dell’area all’aumento demografico che dai lavori conseguirebbe, assicurando spazi verdi, strade e fognature adeguate, come previsto dalle leggi regionali e statali.

La nuova norma Salva Milano semplificherebbe la trasformazione urbana, traducendo come attività di ristrutturazione anche gli interventi che modificano sensibilmente volume, funzione e tipologia delle costruzioni, le quali potrebbero procedere grazie alla sola Scia approvata dal comune. Con la nuova legge – in discussione al Senato entro la fine dell’anno – non sarebbe necessario presentare un piano pubblico dettagliato sugli interventi edilizi previsti su lotti già edificati e urbanizzati.

«Una norma interpretativa palesemente incostituzionale, che ha il chiaro obiettivo di bloccare la magistratura e necessita l’assunzione piena delle responsabilità delle forze politiche di fronte a tutta la città» ha commentato Matteo Prencipe, segretario della sezione milanese del Partito di rifondazione comunista, mentre i Cinque stelle colgono l’occasione per lanciare l’allarme su un possibile sodalizio tra Pd e destra.

La scorsa estate il sottosegretario alla presidenza del consiglio Alessandro Morelli (Lega) aveva fatto sua la battaglia di Salva Milano, ancora emendamento di Salva casa, commentando in un post su Facebook che avrebbe reso «la vita più semplice a milioni di famiglie italiane per quanto concerne le piccole difformità che rendono impossibile la compravendita e la sanatoria di immobili, dando un contributo alla lotta contro il consumo di suolo». Eppure, in un comunicato diffuso da Legambiente Lombardia lo scorso ottobre, si legge che il consumo di suolo a Milano è a rischio, «avendo impermeabilizzato il 59% del territorio amministrato. Proprio per questo sono preoccupanti i dati di bilancio negativo per il consumo di suolo che fanno misurare una perdita secca di cinquanta ettari di suolo libero nel biennio 2021-2022». Oltre al rischio ambientale, è in dubbio la legittimità della norma proposta come soluzione.

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