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Un altro venerdì di rabbia in Iran

Un altro venerdì di rabbia in Iran – Ap

La rivolta continua Da Teheran al Belucistan, manifestazioni, scioperi e repressione in tutto il paese

Pubblicato quasi 2 anni faEdizione del 23 ottobre 2022

Manifestazioni e scioperi hanno avuto luogo anche ieri in tutto l’Iran, dalla capitale Teheran (protagonisti gli studenti dell’Università Shahid Beheshti) alle città di Sanandaj, Bukan, Saqez e Marivan, Tabriz, Shishtar e Isfahan. Proteste che si sono infiammate dopo che il religioso e membro del Consiglio dei guardiani, Ahmad Khatami, nel suo sermone del venerdì si è rivolto alla magistratura chiedendo di punire «duramente» i rivoltosi. A cinque settimane dalla morte della 22enne curda Mahsa Amini, che ha innescato la rivolta, sarebbero circa 400 le vittime della repressione nelle piazze e almeno 20mila gli arresti. Alle mobilitazioni dei giovani si sono aggiunti anche gli scioperi dei lavoratori dell’industria petrolifera e degli insegnanti.

Prosegue anche nella provincia del Sistan e Belucistan, sudest dell’Iran, la rivolta della popolazione di etnia baluci. Ieri al termine della preghiera del venerdì una grande manifestazione ha avuto luogo nella città di Zahedan per ricordare le 96 vittime registrate negli scontri con le forze di sicurezza iraniane avvenuti il 30 settembre scorso, in quello che è ricordato come «il venerdì di sangue». Anche in questa occasione non sono mancate le violenze a margine della manifestazione. All’agenzia stampa di Stato Irna il capo della polizia provinciale Ahmad Taheri ha riferito che le forze di sicurezza hanno arrestato almeno 57 «rivoltosi»che avevano scagliato pietre contro gli automobilisti e danneggiato banche e altre proprietà private.

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