Sulla legge contro la tortura – «una norma di civiltà da difendere proprio in nome della professionalità» delle forze dell’ordine – e sulla cultura dei diritti non si torna indietro; è necessario raddrizzare quel «discorso pubblico sbilanciato sul versante populista e applicato all’ambito penale che ha portato in anni recenti all’estensione dell’area del controllo penale, pur in presenza della riduzione del numero dei reati più gravi»; «è tempo di aprire un chiaro confronto sul regime speciale» 41bis; «stupore e dissenso» rispetto «a qualche minoritaria proposta volta a diminuire quello slancio inclusivo proprio della Carta costituzionale verso il tendenziale positivo reintegro...