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Un carabiniere ammette il rapporto sessuale: «Ma era consenziente»

Un carabiniere ammette il rapporto sessuale: «Ma era consenziente»L'entrata della discoteca di Firenze dove era avvenuto il controllo dei carabinieri accusati di violenza sessuale su due ragazze statunitensi – Ansa

Firenze Il legale di una delle due studentesse abusate: «La scuola aveva consigliato alle ragazze americane di fidarsi solo delle forze dell’ordine. Nessuna assicurazione contro gli stupri». Mentre il sindaco Nardella non sa fare di meglio che cogliere l'occasione per proclamare: «Firenze non è una Disneyland dello sballo»

Pubblicato circa 7 anni faEdizione del 10 settembre 2017

Non c’è fine al peggio. Si va dal «lei era consenziente» di uno dei due carabinieri sotto inchiesta per violenza sessuale su due ragazze appena ventenni, all’ineffabile sindaco Nardella che ispirato declama: «È importante che gli studenti americani imparino, anche con l’aiuto delle università e delle nostre istituzioni, che Firenze non è una Disneyland dello sballo». Intanto l’Arma decide – con un certo ritardo – di sospendere dal servizio i due militari sotto accusa. E da destra (Santanchè, Meloni, Salvini), nonostante l’evidenza di fatti che di giorno in giorno si fanno sempre più concreti, si cerca comunque una difesa d’ufficio. Fino a dubitare – Salvini – della violenza. Cartoline, disarmanti, da Firenze e anche dall’Italia, mentre proseguono le indagini per l’accusa di stupro ai danni di due studentesse statunitensi da parte di due militari dell’Arma.

Uno dei due carabinieri si è presentato spontaneamente in procura, accompagnato dal suo avvocato, per essere interrogato dalla pm Ornella Galeotti e dal capo dell’ufficio Giuseppe Creazzo. Il militare ha ammesso di aver avuto un rapporto sessuale con una delle due giovani, sostenendo tuttavia che «lei era consenziente». Il carabiniere ha raccontato ai magistrati di essere stato invitato a salire nell’appartamento di Borgo Santi Apostoli: «Lei mi ha invitato a casa e poi siamo stati insieme. Però non c’è stata violenza».

Opposta, va da sé, la chiave di lettura data dall’avvocato Gabriele Zanobini, che assiste una delle due studentesse, di appena 19 anni. «Le due ragazze sono sconvolte per quanto successo. La scuola aveva esplicitamente detto loro che dovevano fidarsi solo ed esclusivamente della polizia e dei carabinieri. Ex post, questo avvertimento suona paradossale». Poi Zanobini ha puntualizzato: «La violenza sessuale non si consuma solo con la violenza fisica o con la minaccia. Si consuma anche, e lo dice il codice penale, abusando delle condizioni di inferiorità psichica o fisica al momento del fatto. E le due ragazze erano in una situazione alterata, anche a causa dell’alcol. In questa fattispecie segnalata dal codice penale il non consenso è implicito». Secondo il legale esiste poi un’aggravante nei confronti dei due carabinieri, prevista dall’articolo 61 del codice penale, che punisce «il fatto commesso con abuso del potere, o con violazione dei doveri inerenti una pubblica funzione: qui siamo di fronte a due pubblici ufficiali che avrebbero dovuto proteggere e non abusare delle ragazze. Che non erano assicurate, sia chiaro, contro gli stupri».

In queste ore le due giovani hanno lasciato Firenze, per trasferirsi nelle vicinanze. La ragazza di 21 anni è in compagnia dei genitori, che sono arrivati ieri sera dagli Usa. La 19enne è stata raggiunta da alcuni parenti, mentre i genitori arriveranno in Toscana la prossima settimana. «Uragano permettendo», ha precisato l’avvocato Zanobini pronto anche a ricordare che una delle ragazze ha raccontato di aver avuto paura anche delle armi d’ordinanza che i due carabinieri indossavano. «Appena siamo entrate nel palazzo ci sono saltati addosso. Io non ho urlato perché ho avuto paura delle armi».

Nel mentre vanno avanti gli accertamenti della polizia scientifica sulle tracce biologiche raccolte sia sugli indumenti che nell’androne e nell’ascensore del palazzo di Borgo Santi Apostoli dove sarebbero avvenuti i rapporti sessuali, uno dei quali completo. Al momento i due militari indagati non avrebbero ancora ricevuto nessuna informazione di garanzia, passaggio essenziale per poter nominare periti di fiducia nel caso vi sia necessità di compiere atti per i quali è prevista un’attività di inchiesta come il confronto del Dna.

In serata poi il sindaco Nardella prova a fare marcia indietro: «L’eventuale stato di ebbrezza in cui potevano trovarsi le due ragazze non può rappresentare nessuna attenuante a quanto sarebbe accaduto. Anzi aver agito in un quadro di difficoltà in cui si sarebbero trovate le due giovani può solo aggravare il quadro di quanto successo». Non la fanno Santanchè e Salvini: «Permettetemi – dice il segretario leghista – fino a prova contraria, di avere dei dubbi che si sia trattato di uno stupro». Senza parole.

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