Violenza di genere, la campagna «Il silenzio parla»
Verso il 25 novembre I «Anche gli uomini prendono parola contro la violenza maschile sulle donne». Su oltre 800mila pacchi di pasta e 44 mila borse illustrate dall’attivista e fumettista Stefania Spanò, in arte […]
Verso il 25 novembre I «Anche gli uomini prendono parola contro la violenza maschile sulle donne». Su oltre 800mila pacchi di pasta e 44 mila borse illustrate dall’attivista e fumettista Stefania Spanò, in arte […]
I «Anche gli uomini prendono parola contro la violenza maschile sulle donne». Su oltre 800mila pacchi di pasta e 44 mila borse illustrate dall’attivista e fumettista Stefania Spanò, in arte Anarkikka, si rinnova la campagna «Il silenzio parla» di Coop e Differenza donna, l’associazione che gestisce il 1522, numero nazionale antiviolenza e stalking, oltre a diversi centri antiviolenza e case rifugio. Ieri il lancio all’Ipercoop di Roma, scelta inusuale per una conferenza stampa che ha attirato non pochi frequentatori del supermercato. Sui pacchi di pasta scelti per la campagna, un qr code rimasta a un podcast con voci soltanto maschili, che restituiscono alcune storie raccolte da Differenza donna nelle sue strutture d’accoglienza.
«Ieri (l’altro ieri per chi legge, ndr) era un anno dal femminicidio di Giulia Cecchettin, un anno particolare per il 1522», dichiara Elisa Ercoli, presidente di Differenza donna, riportando numeri di telefonate che si moltiplicano rispetto agli anni precedenti.
Un femminicidio che ha segnato un prima e un dopo, riempiendo come poche le piazze del 25 novembre scorso: «Giulia ha subito violenza psicologica, non è mai stata picchiata, non ha subito una violenza fisica eppure è stata uccisa, in una escalation di violenza tale da non poter tornare più indietro». Molte delle telefonate di quest’anno al 1522 sono partite da madri e padri che denunciavano un calo dell’entusiasmo delle proprie figlie, dopo l’inizio di una relazione. «Quello che percepivamo come rispetto della privacy della nostra compagna di università, amica, abbiamo capito che non è rispetto e non è privacy, ma è connivenza», afferma Ercoli, e «questo lo dobbiamo a Giulia Cecchettin».
Al manifesto Ercoli dichiara che Differenza Donna «copre solo il 5 percento del parametro che ci ha dato l’Unione europea rispetto ai posti letto nelle case rifugio». Nella legge di bilancio 2023 sono stati stanziati «diversi milioni di euro in più per i centri antiviolenza e le case rifugio», che Ercoli si augura vengano utilizzati per aumentare la capienza delle strutture. Ma «quello che manca è un’azione sistemica di prevenzione, protezione e persecuzione, cioè dei tre punti strategici della Convenzione di Istanbul» ratificata dall’Italia nel 2013, prosegue. Ercoli denuncia che la magistratura e le forze dell’ordine hanno ancora poco personale specializzato. La partecipazione di tutta la comunità nel contrasto alla violenza è necessaria perché «le donne nere e le donne rom sono sottoposte a ulteriore marginalizzazione», ha dichiarato al manifesto Anarkikka.
E se un anno pare troppo poco per decostruire una cultura patriarcale profondamente radicata, in un paese in cui la violenza maschile ha ancora numeri e tratti allarmanti, uno spunto di riflessione è per quelli che pensano di non essere chiamati in causa, perché uomini, perché «non tutti». Anche questa è connivenza.
I consigli di mema
Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento