Il terremoto che ha travolto la politica ucraina non ha ancora smesso di far tremare i piani alti della Verkhovna rada. Il parlamento di Kiev, infatti, guarda con sospetto alle dichiarazioni dei procuratori del Nabu, l’ufficio anti-corruzione, secondo cui le indagini non si sono ancora chiuse.

Ieri un altro uomo vicino a Zelensky, Mykola Tyshchenko, vice-capo del gruppo parlamentare di «Servitore del popolo» è stato licenziato a causa di un viaggio in Tailandia nei giorni scorsi. Tyshchenko ha provato a giustificarsi dicendo che era andato a incontrare la comunità di esuli ucraini a Bangkok, ma non ha funzionato.

Nel frattempo i sospetti legati ai prezzi d’acquisto dei beni alimentari per l’approvvigionamento dell’esercito non si sono ancora placati. Il ministro Oleksii Reznikov è diventato, di conseguenza, uno degli alti funzionari ucraini più osservati dalla stampa. Tanta pressione ha convinto niente di meno che Valerii Zaluzhnyi, il comandante in capo delle forze armate ucraine, l’eroe della resistenza elogiato da tutti gli alleati Occidentali e dai generali della

Nato per la sua integrità e le sue doti di grande stratega, a prendere parola. Le forze armate e il ministero della Difesa «professano tolleranza zero per la corruzione» ha dichiarato Zaluzhny, aggiungendo anche che qualsiasi informazione sulla corruzione dovrebbe essere attentamente verificata, ricevere una valutazione legale e una risposta appropriata.

È inevitabile interpretare queste ultime affermazioni come un monito ai giornalisti. Ricordiamo che lo scandalo è nato da un’inchiesta del 21 gennaio pubblicata dal portale zn.ua secondo il quale, ad esempio, il ministero della Difesa avrebbe acquistato uova a 17 grivnia per unità invece di pagarle il prezzo corrente negli alimentari della capitale, ovvero 7 grivnia l’una e patate a 22 grivnia al chilo invece di 9.