Ue-Tunisia, slitta intesa sul memorandum
Migranti La presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen sperava di poter arrivare al vertice dei capi di Stato e governo dei 27 fissato per domani e venerdì con il […]
Migranti La presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen sperava di poter arrivare al vertice dei capi di Stato e governo dei 27 fissato per domani e venerdì con il […]
La presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen sperava di poter arrivare al vertice dei capi di Stato e governo dei 27 fissato per domani e venerdì con il memorandum di intesa tra Unione europea e Tunisia già firmato. Una scadenza auspicata anche dal ministero degli Esteri Antonio Tajani che solo due giorni fa dava praticamente per fatto l’accordo con il presidente tunisino Kais Saied. Tutto slitta invece alla prossima settimana, tanto che il commissario Ue per l’Allargamernto, Oliver Varhelyi, ieri ha annullato la missione che avrebbe dovuto fare a Tunisi per la firma ufficiale dell’intesa. «Le discussioni continuano in modo costruttivo, ma abbiamo bisogno di lavorare ancora un poco» ha spiegato una portavoce della Commissione aggiungendo che si è preferito rimandare tutto anche perché in questi giorni in Tunisia si celebra la festa del sacrificio.
Il «modello Tunisia», come l’ha definito von der Leyen, sarà comunque all’ordine del giorno del vertice di domani, dove si parlerà anche degli ultimi sviluppi della crisi russa. L’Italia ha voluto che degli aiuti alla Tunisia si parlasse in un capitolo a parte, separato dalla questione più generale dei migranti, nella speranza di arrivare al più presto a un accordo che consenta di sbloccare un primo pacchetto di aiuti economici forte di 105 milioni di euro da destinare al paese nordafricano per rafforzare il controllo delle frontiere in modo da riuscire a mettere un argine alle partenze dei migranti diretti in Europa.
Il memorandum con Tunisi prevede un partenariato basato su cinque pilastri: assistenza macrofinanziaria, rafforzamento dei legami economici e commerciali, cooperazione in materia di energia verde, migrazione e incremento dei contatti con le persone. E ieri il premier olandese Mark Rutte avrebbe espresso la disponibilità del suo Paese a investire maggiorente in Tunisia nell’ambito idrico e delle energie rinnovabili.
Nessuna novità, invece, per quanto riguarda il prestito da 1.9 miliardi di euro che il Fmi internazionale è pronto a sbloccare se la Tunisia avvierà una serie di riforme economiche, condizione fino a oggi rifiutata dal presidente Saied. In questo scenario, l’Italia prova da tempo a ritagliarsi un ruolo da mediatore: «Certamente non rinunciamo a chiedere riforme, ma riforme che poi possono essere realizzate», ha spiegato lunedì Tajani a margine del vertice dei ministri degli Esteri che si è tenuto a Lussemburgo. «Mi pare difficile che si possa chiedere di ritirare i sussidi sul pane e la benzina, perché bisogna anche evitare tensioni sociali».
Domani i leader europei saranno chiamati a discutere anche sull’accordo raggiunto sul nuovo Patto immigrazione e asilo, criticato anche ieri dal premier ungherese Viktor Orbán, contrario soprattutto al previsto pagamento di una quota da parte dei paesi che rifiutano di accogliere i migranti ridistribuiti nell’Unione. «Difendiamo i confini dell’Europa», ha detto. «Sono stati spesi più di due miliardi di ero per difendere lo spazio Schengen dagli immigrati clandestini. Noi non abbiamo ricevuto un centesimo da Bruxelles. Per cosa dovremmo pagare di più?».
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