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Udine non patrocina la partita Italia-Israele: «È uno stato in guerra, può creare problemi sociali»

Udine non patrocina la partita Italia-Israele: «È uno stato in guerra, può creare problemi sociali»Head coach of the Israeli national soccer team Ran Ben Shimon, center, talks to his players during a training session in Nagyerdei Stadium in Debrecen, northeastern Hungary, Friday, June 6, 2024, one day ahead of the preparation match of the men's team of Hungary versus Israel in Debrecen – Zsolt Czegledi/MTI via AP

Israele Il comune di Udine nega il patrocinio per la partita Israele - Italia a ottobre. Il presidente della regione Friuli-Venezia Giulia Fedriga si rende disponibile per il patrocinio.

Pubblicato 4 mesi faEdizione del 18 luglio 2024

Il sindaco di Udine ha deciso di non consentire il patrocinio richiesto dal presidente della Figc Gabriele Gravina per la partita Italia-Israele prevista il 14 ottobre allo stadio Friuli, nell’ambito della Nations League.

Secondo il regolamento per la concessione del patrocinio comunale, il patrocinio non può essere garantito per attività a scopo di lucro. Una deroga è prevista solo se tali attività sono in parte anche di beneficenza o se promuovono «l’immagine e il prestigio» della città.

Il primo cittadino Alberto Felice de Toni dichiara che «in questo caso la valutazione della Giunta è stata quella di non andare in deroga, tenendo conto che lo stato di Israele è uno stato in guerra, e quindi la concessione del patrocinio, più che fornire prestigio alla città potrebbe creare divisioni e quindi problemi sociali».

Il presidente della regione Friuli-Venezia Giulia Massimiliano Fedriga (Lega) si è reso disponibile per dare il patrocinio alla partita qualora la Figc lo chiedesse, mentre il deputato Fdi Mauro Malaguti definisce la decisione del comune di Udine «un atto discriminatorio», paragonandola alla negazione dei diritti civili degli ebrei durante le persecuzioni razziali. Malaguti giustifica ulteriormente la sua posizione sottolineando che «Israele non è la nazione che ha scatenato il conflitto».

Negli ultimi mesi, diverse associazioni e attivisti hanno chiesto alla Fifa di escludere le squadre israeliane dalle competizioni internazionali. In una petizione di aprile, l’associazione calcistica palestinese (Pfa) richiede alla Fifa di non lasciare impunite le violazioni del diritto internazionale perpetrate da Israele, quindi di sanzionare ed espellere lo stato.

La Pfa esige inoltre che vengano prese azioni concrete in risposta alle forti limitazioni imposte sul calcio palestinese dall’occupazione israeliana e alla partecipazione nel torneo nazionale israeliano di squadre rappresentanti colonie illegali nella Cisgiordania.

Anche i tifosi del calcio si sono mobilitati affinché la Fifa prenda un qualche tipo di misura contro Israele. A fine maggio, in occasione della partita di calcio femminile Scozia – Israele a Glasgow, i tifosi di casa hanno protestato di fronte all’hotel della nazionale israeliana, a cui hanno poi impedito di allenarsi nello stadio.

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