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Twitter quasi fuori uso in Russia, il braccio di ferro continua

Twitter quasi fuori uso in Russia, il braccio di ferro continua

Russia Mosca rallenta la condivisione di foto e video, non dei messaggi di testo, dopo la mancata rimozione di tremila tweet dai contenuti illegali. Ma tra questi, oltre a pedopornografia e droghe, ci sarebbero anche quelli legati alle proteste pro-Navalnyj

Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 11 marzo 2021

Si aggrava lo scontro tra la Federazione Russa e i social network: a essere finito nel mirino delle autorità di Mosca stavolta è Twitter, con il Garante delle comunicazioni (Roskomnadzor) che ne ha rallentato il servizio su tutto il territorio nazionale.

Un braccio di ferro che va avanti da tempo, quello con il social network creato da Jack Dorsey, culminato ieri con una presa di posizione forte dal momento che il provvedimento interessa tutti i dispositivi mobili e metà di quelli fissi. Al momento, come spiegato dal vicedirettore di Roskomnadzor, Vadim Subbotin, il rallentamento riguarda solo il trasferimento di foto e video, e non dei messaggi di testo: l’Autorità non ha tuttavia escluso un blocco definitivo nel caso in cui Twitter “non decida di rispettare la legislazione russa”.

“Gli utenti potranno scambiarsi messaggi liberamente: vogliamo ridurre al minimo i disagi”, ha chiarito Subbotin. La ratio del provvedimento, spiegata dalla stessa Autorità, è la mancata eliminazione, da parte di Twitter, di post aventi al loro interno contenuti o messaggi che la legislazione russa identifica come illegali.

Secondo Roskomnadzor, che ha citato dati aggiornati a oggi, sono oltre tremila i post con contenuti illegali su Twitter, la cui dirigenza è accusata di aver ignorato “per anni” le richieste di cancellazione. Diverse le irregolarità denunciate nei post non eliminati: dal suicidio alla pornografia infantile, fino alle droghe.

Ma ad aver alimentato maggiormente le polemiche è stata la presunta mancata eliminazione di messaggi che esortavano i cittadini (anche minorenni) a prendere parte alle proteste non autorizzate di gennaio a sostegno dell’oppositore russo Aleksej Navalnyj, manifestazioni che la legislazione russa identifica come illegali. Il provvedimento – che arriva poche settimane dopo il blocco dell’account Twitter della delegazione russa andata a Vienna per le trattative sulla sicurezza e il controllo degli armamenti – è stato accolto favorevolmente dal Cremlino. “Nessuno vuole imporre blocchi, ma le misure per costringere le aziende a rispettare le nostre leggi sono assolutamente valide”, ha commentato il portavoce della presidenza russa, Dmitrij Peskov.

La decisione di Roskomnadzor arriva mentre nell’assemblea legislativa russa prosegue il dibattito sulla proposta di legge che impedisca ai social network di oscurare o bloccare arbitrariamente gli account. L’iniziativa di proporre norme che impediscano il blocco arbitrario dei media russi, annunciata nei giorni scorsi da Vjacheslav Volodin, presidente della Duma di Stato (la camera bassa del parlamento russo), fa seguito a un precedente blocco da parte di Facebook di alcuni contenuti dell’agenzia Ria Novosti e di Sputnik, ma è espressione del braccio di ferro in corso tra Mosca e i colossi del web, ribadito anche dallo stesso Vladimir Putin che all’ultimo Forum economico globale di Davos li ha accusati di “controllare la società”.

Veemente anche il commento alla situazione del ministero degli Esteri russo. La portavoce Maria Zakharova ha ribadito la necessità di “garantire alle persone la possibilità di esprimersi e parlare di questi argomenti prima delle elezioni, invece di mettere in atto manipolazioni e vietare annunci politici”. Il blocco, ha continuato, è “espressione di un approccio discriminatorio che viola la libertà di parola”.

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