Turchia, uccise 21 donne in tre settimane di lockdown
Femminicidi Di queste 14 ammazzate tra le mura domestiche, denunciano i gruppi femministi e le associazioni per i diritti delle donne. Lo scorso anno 477 femminicidi in un paese il cui presidente ha fatto della misoginia un marchio di fabbrica
Femminicidi Di queste 14 ammazzate tra le mura domestiche, denunciano i gruppi femministi e le associazioni per i diritti delle donne. Lo scorso anno 477 femminicidi in un paese il cui presidente ha fatto della misoginia un marchio di fabbrica
Sono 21 le donne uccise in Turchia dall’11 marzo, inizio del lockdown imposto dalle autorità per limitare i contagi da coronavirus. Più di una al giorno. Di queste, 14 sono state uccise a casa, tra le mura domestiche. Il bilancio sale a 29 in tutto il mese di marzo.
I numeri, allarmanti, sono stati resi noti ieri dalla piattaforma We Will Stop Women’s Murder, formata da gruppi femministi e associazioni per i diritti delle donne: restare a casa per molte significa violenza. E morte. Tra le vittime c’è Hatice Kurt, 46 anni, uccisa a colpi di pistola dall’ex marito. E Dilek Kaya, uccisa dal fidanzato, un militare.
«Siamo preoccupate – ha detto in tv Tulin Oygur, presidente della Republican Women’s Association – La chiusura causerà maggiori violenze contro le donne, ma anche contro i bambini». Per questo chiede al governo di non fermare l’attività dei tribunali quando si tratta di denunce di violenze di genere, bloccate lo scorso 13 marzo a causa del Covid-19.
Se appena il mese scorso il ministero dell’interno si felicitava per una diminuzione del 32% dei femminicidi a gennaio e febbraio 2020, la battaglia delle donne prosegue: in un paese in cui il presidente (Erdogan) invita le donne a stare a casa a fare figli, nel 2018 sono state uccise 440 donne, 477 nel 2019, il doppio del 2012. 1.760 i femminicidi dal 2014 al 2018.
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