Tsipras conferma: «Senza maggioranza, elezioni»
Grecia Sull’accordo: «Lo rispetteremo». Ad Atene arriva la troika, mentre anche il procuratore capo denuncia Yanis Varoufakis per «violazione dei dati personali»
Grecia Sull’accordo: «Lo rispetteremo». Ad Atene arriva la troika, mentre anche il procuratore capo denuncia Yanis Varoufakis per «violazione dei dati personali»
Pare che nei prossimi giorni in Grecia, gli abitanti dovranno confrontarsi con un nuovo fenomeno: il governo manderà decine di ispettori del fisco a controllare, porta a porta, strada per strada, abitante per abitante, l’esistenza degli scontrini fiscali.
Gli esattori avranno il potere di chiedere a chiunque (negozi, bar, ristoranti, autofficine, cliniche e relativi clienti) di esibire la ricevuta per gli acquisti fatti o i servizi ricevuti. Se il malcapitato non avrà il foglietto fiscale, gli ispettori potranno avviare un’indagine per evasione fiscale nei confronti dell’esercizio commerciale. L’iniziativa – come riferisce l’edizione online di Kathimerini, quotidiano conservatore – rientra nell’ambito di un progetto per contenere l’evasione fiscale «sul posto» avviato dal Segretario Generale per le Entrate, Katerina Savvaidou.
Cambiamenti sociali, cui il paese va incontro a seguito del nuovo corso di Tsipras, post accordo con le «istituzioni». Ma non si tratta delle uniche novità. Mentre la troika si riaffaccia ad Atene per controllare che tutto proceda secondo i piani di Bruxelles e di Alexis Tsipras, proprio il premier greco durante un’intervista radiofonica, confermava la coerenza della sua posizione, ricordando la possibilità di andare alle urne a settembre se venisse meno una maggioranza stabile in parlamento.
«Sarei l’ultima persona a volere le elezioni se avessimo una maggioranza garantita in Parlamento, ma se non abbiamo questa maggioranza noi saremo costretti ad andare alle elezioni». Tsipras ha poi aggiunto che Syriza «dovrebbe convocare un congresso all’inizio di settembre dopo che ad agosto verrà chiuso l’accordo con i creditori». Il premier greco ha poi rassicurato la controparte, sostenendo di conoscere «bene i contenuti dell’accordo.
Noi rispetteremo quegli impegni, a prescindere dal fatto che ci trovino d’accordo o meno. Niente più di questo» e ha aggiunto che «è cruciale il fatto che abbiamo ottenuto un impegno per l’alleggerimento del debito, che avverrà a novembre dopo la prima revisione del programma». Per Tsipras, con la «politica del rischio calcolato» la Grecia ha ottenuto concessioni per riemergere più forte dalla crisi e l’accordo raggiunto il 12 luglio copre in toto le necessità finanziarie per i prossimi tre anni e spiana la strada per un alleggerimento del debito.
Nella stessa giornata la Bce confermava che la liquidità di emergenza sarà di 90 miliardi, secondo fonti raccolte da Bloomberg, mentre il caso Varoufakis assume connotati sempre più ampi. Dopo la denuncia per tradimento e la possibilità di essere sottoposto a un tribunale in grado di decretare l’ergastolo, ieri per l’ex ministro delle finanze greco è arrivata anche la denuncia del procuratore capo nazionale.
Efterpi Koutzamani, procuratore della Corte Suprema ellenica, ha infatti inviato ufficialmente al Parlamento una nuova causa – la terza in due giorni – intentata nei confronti di Varoufakis per il suo coinvolgimento con altre persone nell’ormai noto «piano B» per l’uscita della Grecia dall’eurozona. Nella citazione arrivata al Parlamento, come riferisce Protothema online, si accusa Varoufakis di violazione dei dati personali dei cittadini, un reato che prevede una pena sino a 20 anni di reclusione. Il fatto si riferisce all’hacking di Varoufakis dei sistemi fiscali ministeriali, per creare un pagamento alternativo, digitale, all’euro.
L’Assemblea dei deputati annuncerà oggi le azioni legali nei confronti dell’ex ministro (che ha specificato di aver avvisato del piano B sia Tsipras, sia il suo successore al ministero, Tsakalotos). I legislatori saranno poi chiamati ad esaminare le accuse per chiedere le raccomandazioni di una commissione esaminatrice o un’inchiesta per decidere se revocargli l’immunità e consentire che sia sottoposto a processo.
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