Trump si appella ai suprematisti, Biden agli elettori indecisi
Stati Uniti Il dibattito a insulti non sposta voti: il presidente trascina il rivale sul terreno del caos. Per i sondaggisti il democratico resta in testa
Stati Uniti Il dibattito a insulti non sposta voti: il presidente trascina il rivale sul terreno del caos. Per i sondaggisti il democratico resta in testa
Il primo dibattito presidenziale è stato, in una parola, caotico. Trump è riuscito nel suo intento di demolire la serata interrompendo ripetutamente, parlando sopra e ignorando tanto Joe Biden quanto il moderatore, il giornalista di Fox News Chris Wallace.
Oltre a ciò il tycoon ha schivato le domande riguardo la gestione della pandemia, ha apertamente definito la corsa per un vaccino «una cosa molto politica», ha affermato di aver pagato moltissime tasse e ha sferrato attacchi personali al figlio di Biden, Hunter.
NEL CORSO DELLA SERATA Biden, infastidito da tanta aggressività, ha avuto difficoltà a fare un discorso compiuto, ha definito Trump un «pagliaccio», un «razzista», «il peggior presidente che l’America abbia mai avuto» ed è sbottato dicendo «te ne puoi stare un po’ zitto?», frase subito diventata una maglietta in vendita sul sito della campagna Biden a 30 dollari.
Gli analisti sono tutti concordi nel dire che è stato il peggior dibattito della Storia e che alla fine è stato Biden ad avere la meglio: è in testa ai sondaggi e non ha perso, ma questo sembra molto poco. Per vincere, Biden, ha bisogno di stravincere.
[do action=”citazione”]«Te ne puoi stare un po’ zitto?». La frase di Joe Biden è subito diventata una maglietta in vendita sul sito della campagna democratica a 30 dollari[/do]
In tutto il dibattito balzava agli occhi la totale mancanza di strategia comunicativa. Ma questa, in realtà, è la strategia comunicativa di Trump che butta tutto in caos, ricordando le liti furiose inscenate sugli autobus da coppie di borseggiatori e finalizzate a sfilare i portafogli.
Quando Biden è riuscito a utilizzare la propria retorica è stato in grado di guardare in camera e rivolgersi direttamente agli americani «che hanno un posto vuoto a tavola» causate dalle migliaia di morti per il Covid-19, a comunicare la necessità di andare a votare, che è proprio ciò che Trump non vuole.
IL RIFIUTO COSTANTE di The Donald di ammettere che in caso di sconfitta non potrà far altro che lasciare la Casa Bianca è finalizzato (anche) a scoraggiare gli elettori democratici meno militanti. Per convincerli che tanto è inutile prendersi il fastidio e il rischio di contrarre il virus andando ai seggi.
Questo è stato ben sintetizzato da un tweet della senatrice democratica Elizabeth Warren: «Joe Biden ha usato gli ultimi momenti del dibattito esortando gli americani a votare. Donald Trump ha usato gli ultimi momenti del dibattito cercando di sopprimere e scartare quei voti. Votate come se la nostra democrazia dipendesse da questo, perché lo è».
A differenza di Biden, il piano di Trump non è quello di allargare la propria base ma quello di tenersi stretta quella che già ha e in questo senso è facile interpretare l’enfasi con cui ha sottolineato tutti i giudici che ha nominato in questi quattro anni e che hanno il potere di riportare gli Usa agli anni ’50, senza tutte quelle diavolerie moderne e democratiche come il diritto all’aborto, i matrimoni gay e i diritti civili.
[do action=”citazione”]«Stand back, stand by» Un passo indietro, tenetevi pronti: Trump si è rivolto all’ultradestra dei Proud Boys che hanno adottato subito la frase come slogan del loro gruppo Telegram[/do]
È un argomento che può far presa sull’elettorato evangelico, ultra religioso e reazionario che ultimamente gli sta voltando le spalle ma che potrebbe chiudere un occhio sulle tante zone d’ombra di questo presidente in cambio di un po’ di sano oscurantismo.
Nello stesso senso va letta l’affermazione con cui Trump non solo non ha condannato, come Wallace gli chiedeva, i suprematisti bianchi, ma si è rivolto direttamente al gruppo di estremisti di destra dei Proud Boys con una chiamata alle armi, chiedendo loro di essere «vigili e pronti all’azione», frase che i PB hanno immediatamente adottato come slogan del loro gruppo Telegram.
UN COLPO CHE di certo Trump è riuscito a portare a segno è stato far dire a Biden che l’ala sinistra del partito è in secondo ordine («il Partito Democratico adesso sono io») e ad ammettere di non sostenere il Green New Deal, il piano economico-ambientale di Alexandria Ocasio-Cortez.
«Sostengo il Green New Deal e voto per il vicepresidente Joe Biden», ha dichiarato il senatore Ed Markey che ha scritto il piano con Ocasio-Cortez e lo ha reso centrale nella sua campagna di rielezione in Massachusetts.
Allo stesso modo Ocasio-Cortez ha respinto un tentativo dell’ex consigliere Trump Kellyanne Conway di incitare litigi all’interno del partito: «Questa non è una novità, Kellyanne», ha twittato la socialista di New York, osservando che le sue «differenze» con Biden sono «esattamente» il motivo per cui si è unita (e ha guidato) una task force di unità con l’ex senatore del Massachusetts John Kerry per contribuire a modificare il piano climatico della campagna di Biden. Candidato che continua a sostenere contro Trump che, invece, «non crede nemmeno che il cambiamento climatico sia reale», ha aggiunto Ocasio-Cortez.
L’ANALISTA POLITICO Geoffrey Skelleh ha notato che «Trump già nel 2016 aveva superato in modo memorabile alcuni paletti, ad esempio quando si è messo dietro Hillary Clinton mentre parlava, scena inaudita in un dibattito televisivo. Ci si aspettava questo tipo di scenario, ma il fatto che il dibattito non potesse procedere senza continue interruzioni è stato piuttosto notevole».
«Non credo che questo dibattito produrrà alcun movimento nei sondaggi – ha aggiunto Lee Drutman, collaboratore del sondaggista Nate Silver – Questi sono due candidati estremamente noti, tutti conoscono i loro punti di forza e di debolezza, niente di quello che abbiamo visto ha fatto potuto cambiare opinioni profondamente radicate».
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