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Trump sceglie Kavanaugh, Corte suprema a tutta destra

Trump sceglie Kavanaugh, Corte suprema a tutta destraBrett Kavanaugh, alla presentazione alla Casa bianca dopo la sua nomina a giudice della Corte Suprema Usa – Afp

Stati Uniti Per sostituire il dimissionario Kennedy, un giudice già legato a George W. Bush. Una decisione che potrebbe costituire la vera eredità politica di The Donald

Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 11 luglio 2018

Con un appuntamento televisivo piazzato volontariamente alle 21 per sfruttare il prime time serale e fare il pieno di ascolti, Donald Trump ha annunciato quale è la sua scelta per rimpiazzare il giudice della Corte suprema Anthony Kennedy, che ad 81 anni ha deciso di andare in pensione.

LA SCELTA DI THE DONALD è caduta sul 53 enne conservatore Brett Kavanaugh, laureato a Yale, giudice della corte d’appello federale per il Circuito del Columbia District e vecchia conoscenza di Washington in quanto è stato un collaboratore di George W. Bush nella battaglia legale sull’esito elettorale delle urne presidenziali del 2000 contro Al Gore, per poi diventare segretario del suo staff, e che negli anni ’90 aveva collaborato con Kenneth Starr. il procuratore che indagò Bill Clinton per lo scandalo Lewinsky, e propose il suo impeachment.

Kavanaugh è un originalista, il che significa che pensa che la Costituzione debba essere interpretata esattamente come è stata scritta, e nel presentarlo alla Casa Bianca, Trump ha sottolineato proprio questo aspetto, descrivendolo come «una delle menti giuridiche più raffinate e acute del nostro tempo» e un giurista in grado di andare oltre le proprie convinzioni politiche per applicare la costituzione così come’è. Il giudice ha un buon rapporto con il Partito repubblicano e nella rosa dei 4 nomi su i quali si doveva fare una scelta non è nemmeno il più destrorso, nonostante le sue posizioni contro l’aborto e a favore delle armi.

LA SUA VICINANZA all’elite repubblicana rappresentata dai Bush, invece che al movimento ultraconservatore e populista che dal Tea Party arriva a Trump, e che al momento domina il Partito repubblicano, non lo rende particolarmente gradito all’ala più destra alla quale le sue posizioni sulla riforma sanitaria di Obama, come sulla libertà religiosa, sono parse fin troppo moderate. Ma, a differenza del giudice Kennedy, di cui è stato assistente e che andrá a sostituire, Kavanaugh non sembra intenzionato a sposare nessuna causa progressista, e, se dovesse essere confermato, il suo ingresso alla Corte Suprema sposterebbe a destra gli equilibri del massimo organo legislativo americano, ponendo fine alla stagione dei diritti civili portata avanti da Obama.

Kavanaugh è il secondo giudice scelto da Trump, prima di lui è toccato a un altro conservatore, Neil Gorsuch. Considerando che il mandato dei membri della Corte Suprema termina solo con la morte o il ritiro volontario degli stessi, queste due nomine influenzeranno per decenni l’equilibrio legislativo americano e costituiranno la vera eredità politica di Trump.

ENTRAMBI I GIUDICI scelti (ed uno ormai nominato) da Trump, fanno parte di una lista che è stata messa a punto dai grandi think tank della destra Usa, in particolare dalla Federalist Society che opera per promuovere le dottrine originaliste, per limitare quello che considera come l’attivismo progressista dei diritti sociali promossi dai giudici liberal.

I democratici hanno già promesso battaglia a questa nomina, memori dell’ostruzionismo repubblicano al candidatio proposto da Obama, Merrick Garland, per sostituire Antonin Scalia, nel 2016. Ai tempi i repubblicani si rifiutarono di votare il moderato Garland perché ci si trovava in un anno elettorale. Per confermarlo serviva una maggioranza di 60 voti al Senato e il loro ostruzionismo ne impedí così la nomina.

ANCHE QUESTO è un anno elettorale, a novembre si voterà per il «medio termine», ma questa volta il Gop non intende aspettare il riequilibrio del Congresso e, grazie alla cosiddetta «nuclear option», introdotta l’anno scorso proprio per abbassare la soglia di maggioranza a 50 voti, potrebbero avere i numeri sufficienti.

Al momento i repubblicani hanno il controllo del Senato con 51 seggi su 100, ma uno di questi è quello di McCain, che da mesi non si presenta a Washington per via di un cancro in fase terminale, e due sono delle senatrici moderate Lisa Murkowski dell’Alaska e Susan Collins del Maine, che hanno già dichiarato di non voler votare un giudice che potrebbe ribaltare la sentenza sull’aborto. Il futuro non è ancora del tutto scritto.

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