È assai improbabile a questo punto che queste siano elezioni che si possano giocare su posizioni esposte in un dibattimento. Semmai questa campagna solidamente ancorata nella post verità, sta solo confermando che non vi è soluzione dialettica al trumpismo (come non ve ne è stata nei tribunali). Quasi metà del paese non considera squalificante il tentativo di golpe, né le bufale seriali (oggi amplificate dal nuovo “ministro della disinformazione”, Elon Musk). Nel gioco delle infinitesime riserve di «indecisi» potenzialmente determinanti nello smuovere l’ago della bilancia, rimangono dunque forse solo le percezioni epidermiche, se non per cambiare opinione, allora almeno per...