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Trieste, sgomberato il Silos. I migranti senza casa e senza bagni

Trieste, sgomberato il Silos. I migranti senza casa e senza bagni

La protesta C’è stato lo sgombero del Silos venerdì scorso con la grande soddisfazione degli assessori di Regione e Comune. Da venerdì le pietre e le arcate del fatiscente edificio sono avvolte […]

Pubblicato 4 mesi faEdizione del 26 giugno 2024

C’è stato lo sgombero del Silos venerdì scorso con la grande soddisfazione degli assessori di Regione e Comune. Da venerdì le pietre e le arcate del fatiscente edificio sono avvolte da alte grate di plastica verde ma c’è anche il filo spinato. Basta degrado, una nuova politica per l’accoglienza? Accogliere i migranti non era mai stata una preoccupazione delle amministrazioni locali e, da subito, si può ben dire che continua ad essere così e che l’unica iniziativa è non fare, lasciare che sia un deserto a prendersi in carico chi arriva. Ci pensano le associazioni, le chiese, i volontari anche se non hanno mezzi sufficienti. La destra, che sia Comune o Regione, provvede tuttalpiù a sgomberare come ha fatto venerdì perché voleva coprire il disastro e pensava che bastasse una verniciatura di ordine e pulizia.

Centosessantacinque ragazzi sono stati trasferiti in Lombardia ma poco o niente si sa della loro sorte. A Trieste una decina, ancora senza documenti, aspetta un segnale dalla Questura e altri intanto arrivano ed eccoli dormire all’addiaccio, molti sull’erba della Piazza del Mondo. Dove sono i posti promessi? Dove una qualsiasi cosa oltre i telini dorati di Linea d’Ombra e il cibo portato da Fornelli Resistenti e le scarpe che non bastano mai? I dormitori messi a disposizione dalle associazioni e dal vescovo sono sempre ancora saturi perché ci sono i migranti ma anche la povertà che si diffonde, che resta senza casa, che chiede un’elemosina dove può farlo perché a farlo in strada prenderebbe una bella multa per oltraggio al decoro. Dov’è l’intervento pubblico?

Lo sgombero del Silos è stato una tragica farsa. Era chiaro da subito e già sabato sera c’è stato un presidio organizzato da ICS con altre venti associazioni e realtà che si occupano di migranti e rifugiati: parole, musica, condivisione. Le parole dure di Gianfranco Schiavone sulla rotta e sull’accoglienza, sull’Europa che respinge e calpesta e poi imbandisce deserti perché chi arriva non trovi nulla. Poi Lorena Fornasir con l’urgenza nella voce: “Dobbiamo avere coraggio, dobbiamo aprire le porte delle nostre case, dobbiamo andare noi davanti alla Prefettura e non chiedere che siano i migranti a farlo” ed è stato così che la manifestazione è diventata corteo. Davanti, il lenzuolo che da mesi viene cucito nella Piazza del Mondo: filo rosso a ricamare i nomi di chi si è perso, di chi è annegato, di chi è caduto in un dirupo, da chi non ce l’ha fatta ad arrivare e chissà dove nei Balcani forse avrà trovato una anonima sepoltura. Nomi portati a Trieste dagli amici, dai compagni di viaggio ricamati con il filo rosso su un lenzuolo e quanti altri ce ne sono che mai conosceremo.

Adesso la città si comincia a blindare, traffico dirottato, polizia dovunque, perché per il centro di Trieste si prospetta una settimana speciale: Valditara con il G7 dell’Istruzione poi il Presidente della Repubblica e, il 7 luglio, Papa Francesco. Se ci sono brutture resteranno in periferia. Per adesso, ancora, c’è la Piazza del Mondo, davanti alla stazione non certo in periferia, dove non c’è nulla ma c’è la gente che porta qualcosa e i migranti arrivano di sera tardi e chiedono qualcosa da mangiare o un paio di scarpe per sostituire quelle sfondate. In piazza mesi fa, finalmente, erano stati montati alcuni bagni chimici ma giusto ieri sono stati portati via. Vandalizzati, è stato detto, inutile tenerli là. Non sono stati i migranti a danneggiarli, no, anche se è questo che si lascia intendere: è stata la cattiveria di questa città, quei fascistelli impuniti che girano a sfregiare, a rompere, a minacciare i migranti. E’ stata la Trieste reazionaria che sputa odio, quella che riga le macchine dei volontari per lasciare un segno della propria vigliaccheria. E’ stata l’amministrazione del “chissenefrega” e la tanta indifferenza che si fa complice di una politica omicida. Chissà se nei prossimi giorni anche la piazza davanti alla stazione sarà circondata da un muro. Che nessuno veda i bambini, le donne, i ragazzi che dormono per terra.

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