È stato prelevato e ucciso l’orso M90, l’esemplare di due anni e mezzo che domenica 28 gennaio aveva seguito una coppia di escursionisti lungo un sentiero di 700 metri nei boschi di Mezzana, in Val di Sole.

L’abbattimento è avvenuto poche ore dopo il decreto firmato ieri mattina dal presidente della provincia di Trento, Maurizio Fugatti, che ha incaricato il Corpo forestale di identificare l’esemplare e ucciderlo. L’orso era stato munito di un radiocollare tra il 14 e il 15 settembre nel comune di Dimaro. Da quel momento al 28 gennaio, erano stati segnalati dodici casi che rientrano nella fattispecie 13 del Pacobace (Piano d’azione interregionale per la conservazione dell’orso bruno sulle Alpi centro-orientali), con l’avvicinamento di M90 nei centri abitati o in prossimità di abitazioni in uso.

In altri tre casi, l’ultimo proprio quello del 28 gennaio a Mezzana, M90 aveva seguito intenzionalmente alcune persone. Pochi giorni prima del decreto di abbattimento, l’Ispra aveva espresso parere positivo alla richiesta della Provincia di Trento di prelevare M90 tramite cattura o abbattimento.

Sul piede di guerra le associazioni ambientaliste che hanno già in programma due manifestazioni: una per sabato prossimo e una per il 2 marzo. «Una politica miope e nemica degli animali quella della Provincia, che non tutela la biodiversità», commenta l’Oipa. «Ci è stato impedito di difendere M90 ricorrendo al Tar contro la sua condanna a morte, ma non ci fermeremo di fronte agli ammazzaselvatici. Siamo già al lavoro per ottenere giustizia per M90 e tutti gli altri orsi casualmente trovati morti dopo le condanne di uccisione» ha dichiarato Massimo Vitturi, responsabile dell’area selvatici della Lav, mentre l’Associazione animalisti italiani ha lanciato un appello a Meloni e al ministro dell’Ambiente per «salvare la vita degli orsi».