Internazionale

Tregua di Natale, per Kiev è una «cinica trappola» di Kirill

Tregua di Natale, per Kiev  è una «cinica trappola» di KirillUn colonna di fumo si alza dalla città di Bakhmut, praticamente rasa al suolo, dopo l'ennesimo raid russo – Ap

Il limite ignoto Respinto l’appello del patriarca russo per le festività ortodosse. E l’ipotesi di una "Minsk 3" viene giudicata irricevibile. Erdogan chiama Zelensky, che si dice soddisfatto per l’appoggio del presidente turco alla sua formula di pace

Pubblicato più di un anno faEdizione del 6 gennaio 2023

Nella guerra dei colpi di scena è arrivata anche la tregua di Natale. Secondo la notizia diffusa dall’agenzia di stampa russa Interfax, il Cremlino dichiarerà una tregua temporanea dalle 12 di oggi e fino alla mezzanotte di domani in occasione del Natale ortodosso. Le autorità russe hanno inoltre invitato la controparte a fare lo stesso ma l’Ucraina reputa la mossa di Putin una «trappola cinica e uno strumento di propaganda», come ha scritto su Twitter il consigliere presidenziale Mikhaylo Podolyak.

LA DECISIONE IN REALTÀ era nell’aria fin dalla mattinata di ieri quando sul sito internet del Patriarcato di Mosca era apparso il seguente messaggio: «Io, Kirill, Patriarca di Mosca e di tutte le Russie, faccio appello a tutte le parti coinvolte nel conflitto intestino con un appello a cessare il fuoco e stabilire una tregua natalizia, in modo che gli ortodossi possano partecipare ai servizi alla vigilia di Natale e nel giorno di Natale». Si noti che anche Kirill, come Putin, sembra considerare la guerra in Ucraina un affare interno alla Federazione russa e, soprattutto, che la maggior parte delle dichiarazioni pubbliche del patriarca finora sono state essenzialmente a favore dell’invasione. Non stupisce, dunque, che gli ucraini non lo considerino un semplice uomo di chiesa, né tantomeno un uomo di pace. Nel messaggio di Podolyak citato in apertura, il consigliere si scaglia direttamente contro la Chiesa ortodossa russa scrivendo che non solo «non è un’autorità per l’Ortodossia globale» ma «agisce come ‘propagandista di guerra’».

POCO DOPO L’AGENZIA TASS aveva fatto sapere che la tanto attesa telefonata tra il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, e il suo omologo russo si era tenuta (anche se con un giorno di ritardo) e che questi aveva chiesto un cessate il fuoco «unilaterale» in Ucraina e una soluzione pacifica alla crisi in atto. Dal canto suo Vladimir Putin ha insistito sul fatto che l’Occidente, e in particolare il suo supporto militare, «ha un ruolo distruttivo in Ucraina» e che, tuttavia, la Russia sarebbe pronta a dialogare con la controparte se quest’ultima «riconoscerà le nuove realtà territoriali emerse in seguito al conflitto in corso».

I FUNZIONARI DEL GOVERNO di Zelensky hanno ribadito che questa posizione è irricevibile per Kiev e che le proposte russe sono fumo negli occhi. Secondo il capo del Consiglio di sicurezza e di difesa ucraino, Oleksii Danilov, l’obiettivo di Mosca sarebbe spingere il suo Paese a firmare un accordo di pace sul modello di quelli di Minsk. Una sorta di “Minsk 3” che riconoscerebbe l’autonomia di fatto dei territori occupati e separatisti. «Naturalmente non accetteremo» ha chiosato Danilov. Anche Podolyak è tornato sulla proposta, con un durissimo messaggio ai nemici: «L’Ucraina non attacca i territori stranieri e non uccide i civili, a differenza della Federazione Russa (…) la Russia deve lasciare i territori occupati, solo allora avrà una ‘tregua temporanea’. Tenete l’ipocrisia per voi».

Anche il presidente statunitense Joe Biden si è espresso sulla proposta russa e rispondendo alla domanda di un giornalista ha dichiarato che «credo che Putin cerchi solo di trovare un po’ di ossigeno». Da parte di Washington, tra l’altro, ieri è arrivata la comunicazione che gli Usa potrebbero fornire a Kiev dei veicoli corazzati «Bradley» dotati di cannoni di medio calibro.
Nel pomeriggio è arrivato anche l’annuncio della telefonata di Erdogan al presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Secondo l’agenzia turca Anadolu, il leader di Ankara avrebbe offerto la propria disponibilità a mediare per una pace duratura tra i due Paesi belligeranti.

SODDISFATTO DEL COLLOQUIO il capo di stato ucraino che ha scritto su Twitter: «Sono contento di sapere che la Turchia è pronta a partecipare all’attuazione della nostra formula di pace». Zelensky ha chiarito che durante la telefonata si è parlato di «cooperazione sulla sicurezza, in particolare a Zaporizhzhia dove non dovrebbero esserci invasori, dello scambio di prigionieri di guerra e dello sviluppo dell’accordo sul grano».

Intanto sui fronti aperti i bombardamenti continuano e i morti aumentano. A Kherson almeno 3 persone hanno perso la vita nelle ultime 24 ore e a Bakhmut quasi due terzi della città sono stati rasi al suolo.

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento