Trasporto pubblico, oggi lo stop di quattro ore
Precetto La Qualunque Dopo la quarta precettazione del ministro dei trasporti Matteo Salvini, lo sciopero sarà dalle 9 alle 13. Il Tar del Lazio respinge il ricorso di urgenza dei sindacati di base contro i diktat salviniani, Amoroso (Cub Trasporti): "Così si cancellano i diritti dei lavoratori".
Precetto La Qualunque Dopo la quarta precettazione del ministro dei trasporti Matteo Salvini, lo sciopero sarà dalle 9 alle 13. Il Tar del Lazio respinge il ricorso di urgenza dei sindacati di base contro i diktat salviniani, Amoroso (Cub Trasporti): "Così si cancellano i diritti dei lavoratori".
Dopo la quarta precettazione del ministro dei trasporti Matteo Salvini, oggi i mezzi pubblici si fermano solo per quattro ore, dalle 9 alle 13. Lo sciopero indetto da Cub, Cobas, Adl Cobas, Al Cobas e Sgb era previsto inizialmente per 24 ore, e il Tar del Lazio ha respinto il ricorso d’urgenza dei sindacati di base che contestavano l’ennesima precettazione di Salvini, rinviando al 10 gennaio prossimo la discussione di merito.
Il segretario nazionale della Cub Trasporti, Antonio Amoroso, osserva: “La decisione dei giudici amministrativi del Tar del Lazio è pretestuosa e infondata, perché comprime un diritto costituzionalmente tutelato, cioè la libertà di scioperare dei lavoratori, in questo caso a difesa dei salari sempre più penalizzati, della sicurezza degli auto-ferrotranvieri e degli stessi viaggiatori viste le condizioni di molti mezzi, e contrastare i processi di privatizzazione del settore in corso. Ancora una volta vengono cancellati i diritti dei lavoratori”.
A far ulteriormente arrabbiare Amoroso sono alcuni passi dell’ordinanza del Tar del Lazio: “Come si fa a scrivere che ‘i disagi per gli utenti sarebbero ulteriormente aggravati da condizioni atmosferiche di eccezionale intensità’, e che ci sia ‘un maggior aumento della mobilità non dettata da esigenze lavorative’? Sarebbe la corsa agli acquisti natalizi?”.
Nonostante le contestazioni alle continue precettazioni di Salvini, Cub, Cobas, Adl Cobas, Al Cobas e Sgb si atterrano alle disposizioni ministeriali di sole quattro ore di stop, per evitare che i lavoratori “possano essere colpiti da sanzioni ritorsive, previste per coloro che non si dovessero attenere alla riduzione dello sciopero, che peraltro prevedeva anche il rispetto delle fasce garantite”.
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