La mafia non è più quella di una volta. Lo provano anche i nuovi protagonisti dell’immaginario mafioso, hi-tech e strafottenti nel lusso cafone di ville abusive, scaltri manipolatori della finanza che copre l’odore arcaico della porcilaia: ma è sempre potere, soldi, controllo cosa è cambiato allora? La narrazione? L’abitudine? Come è possibile che gli eroi della lotta alla mafia, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino finiscono serigrafati (come un tempo Che Guevara) sulla t-shirt di un giovane aspirante neomelodico un po’ stonato, di voce e di testa, Cristian Miscel, che nell’impresa di cantare si intestardisce fino a impazzire? E pensare che...