Per cinquanta giorni militari, poliziotti e uomini d’affari libici hanno abusato di lei come di altre giovani migranti africane. Rapite e tenute in ostaggio a Zuwara, centro costiero libico a metà strada tra Tripoli e il confine tunisino, all’interno di un edificio diroccato, ma con porte e finestre al loro posto per non farle scappare. Ammassate a terra come bestie, costrette ad almeno 4-5 rapporti al giorno: «Chi si rifiutava veniva picchiata e torturata. Ho visto almeno un paio di ragazze morire vicino a me, stremate da settimane di violenze. Sono riuscita a sopportare quell’orrore e ad andare avanti, sperando...