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Il figlio di Haftar muove le truppe. Allarme a Tripoli

Il figlio di Haftar muove le truppe. Allarme a TripoliIl generale Haftar a capo della Cirenaica – Ap

Mediterraneo A rischio la tregua in piedi dal 2020 tra Libia dell'est e dell'ovest. Il Governo di unità nazionale: «Azione illegale». L’Onu: «Serve moderazione»

Pubblicato 3 mesi faEdizione del 10 agosto 2024

«Proteggere il confine meridionale e rafforzare la sicurezza nazionale»: questo l’obiettivo dello spostamento di truppe verso la Libia sud-occidentale annunciata da Saddam Haftar, figlio più giovane del generale Khalifa Haftar, il capo della Cirenaica. In un video lo stesso Saddam ha affermato che l’obiettivo è piazzare uomini e mezzi per «pattugliare il deserto e monitorare la striscia di frontiera con i paesi vicini», senza «voler prendere di mira nessuno». Rassicurazioni che prò non hanno potuto evitare l’allarme nel governo di Tripoli e tra i suoi partner: l’Alto consiglio di Stato della Libia ha condannato «fermamente» questi movimenti militari, che riguardano località a sud – Sabha, Ghat, Ubari, Murzuq, Qatrun, Brak al Shati e Adre – ma anche la città di Gadames, dove pare che l’obiettivo sia l’aeroporto. Quest’ultima è posta sotto il controllo del Governo di unità nazionale (Gnu) con sede a Tripoli e internazionalmente riconosciuto.

Per l’organismo tripolino, l’operazione «illegale» delle forze di Haftar «ha lo scopo di aumentare l’influenza e il controllo su importanti aree strategiche nelle zone di frontiera con i paesi confinanti», vale a dire Algeria e Tunisia, ma anche Niger e Ciad, col rischio di «provocare il ritorno al conflitto armato e minacciare di violare il cessate il fuoco» in vigore dal 2020.
L’appello al Consiglio presidenziale di Tripoli e al primo ministro Abdulhamid Dabaiba, che ricopre anche l’incarico di ministro della Difesa, è stato quello a «innalzare lo stato di massima allerta per fronteggiare qualsiasi potenziale pericolo». In risposta, l’esercito libico e i gruppi armati a esso affiliati hanno dato ordine di «tenersi pronti».

A esprimere preoccupazione, Francia, Germania, Italia, Regno Unito e Stati, mentre fa appello alla «massima moderazione» la Missione di sostegno delle Nazioni Unite in Libia (Unsmil), la quale ha assicurato di stare «monitorando» la situazione. Ha anche lanciato un appello a «comunicazioni e coordinamento veloce» tra le forze del Gnu e dell’Eln, ossia l’esercito di cui Haftar è capo di Stato maggiore. A preoccupare gli analisti è uno scontro tra gli eserciti e i gruppi armati che rispondono a Tripoli e Bengazi. È dalla tregua del 2020 che la situazione è relativamente stabile, dopo un’intesa favorita da Russia e Turchia. Che oggi sono coinvolti nelle crisi in Ucraina e Medio Oriente.

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