Tempi cupi, il Trump bis è «plenipotenziario»
America oggi «Non dovrebbe essere una grande sorpresa che un partito democratico che ha voltato le spalle ai lavoratori sia stato abbandonato dalla working class». Non fa sconti l’analisi di Bernie Sanders […]
America oggi «Non dovrebbe essere una grande sorpresa che un partito democratico che ha voltato le spalle ai lavoratori sia stato abbandonato dalla working class». Non fa sconti l’analisi di Bernie Sanders […]
«Non dovrebbe essere una grande sorpresa che un partito democratico che ha voltato le spalle ai lavoratori sia stato abbandonato dalla working class». Non fa sconti l’analisi di Bernie Sanders nel day after elettorale. Il senatore del Vermont si riferiva al tracollo dell’affluenza democratica (67 milioni di elettori rispetto agli 81 milioni di quattro anni fa) a fronte della tenuta dei trumpisti (72 milioni, rispetto ai 74 milioni del 2020).
Risultato, secondo Sanders, di un sistema tarato a favore delle oligarchie trionfanti in entrambi i partiti, mentre i redditi inferiori ristagnano da decenni. Ma il voto di protesta paradossalmente ha semplicemente favorito una plutocrazia concorrente, per di più fortemente investita in robotica e intelligenza artificiale, le prossime minacce che incombono sui lavoratori.
Il programma del Trump «plenipotenziario» promette di trascinare il paese, per citare Alexandria Ocasio Cortez, «in tempi cupi, che segneranno il resto delle nostre vite». «Non c’è ritorno, dallo sfondamento dei due gradi centigradi», ha aggiunto, a titolo di esempio, la parlamentare di New York con riferimento all’abbandono annunciato delle politiche ambientali.
Intanto dal campo Gop, giunge conferma della top priority sugli sconti fiscali, premio concordato con la classe «sponsor», ovvero nuovi profondi tagli alle tasse sulle imprese. Nel primo mandato Trump aveva firmato un regalo fiscale di duemila miliardi abbassando le aliquote corporate dal 35% al 21%. Ora è in programma un’ulteriore riduzione al 15%.
Si annuncia il prosieguo, insomma, delle politiche che all’epoca avevano scontato 60mila dollari all’anno dal primo 1% dei redditi ma solo 500 dollari dal 60% inferiore. E i tagli aggiungeranno 9mila miliardi al deficit pubblico col plauso del partito che fu del rigore fiscale.
Il «Project 2025», il programma di governo stilato dal think tank conservatore Heritage Foundation, non lascia adito a dubbi sull’agenda integralista e ultra liberista del Trump bis.
La componente fondamentale che si profila è la «decostruzione dello stato amministrativo» di bannoniana memoria.
Sotto copertura della crociata allo stato profondo, Trump si muoverà rapidamente per eliminare costrizioni burocratiche al proprio potere. Il manuale prevede l’epurazione dell’apparato statale con profondi tagli all’organico e la sostituzione con una burocrazia molto ridotta e composta da lealisti (20mila nomi sono già stati individuati con una vasta operazione di selezione che usa tecnologia IA appaltata alla Orcale di Larry Ellison).
Non sorprendono quindi le dichiarazioni di Robert Kennedy Jr. sugli «interi dipartimenti» della Food and Drug Administration (Fda) che dovranno essere «riesaminati». La crociata del rampollo no-vax della onorata dinastia democratica si inquadra in una più ampia guerra agli enti normativi. Kennedy è allineato con gli attacchi complottisti avanzati in particolare contro Anthony Fauci, ex amministratore federale per la salute (Nih). La sua sorte, comprese eventuali sanzioni legali, invocate da molti repubblicani, potrebbero essere una prova per l’intenzione dichiarata di Donald Trump di usare l’apparato giudiziario per punire avversari politici come Nancy Pelosi o la «traditrice» Liz Cheney.
Contemporaneamente sono cominciate le operazioni di reclutamento per potenziali membri del gabinetto, dopo l’avvertimento sul «fascismo» di Trump da parte dell’ex capo di gabinetto, John Kelly, e tredici membri del precedente staff, l’apparato dirigente sarà ugualmente riservato a fedelissimi.
La selezione di aspiranti ministri e segretari è stata appaltata in parte a Howard Lutnick , amministratore della finanziaria Cantor Fitzgerald. In coordinamento con il genero di Trump, Jared Kushner (quello che ha proposto la costruzione di alberghi di lusso a Gaza «una volta ripulita»). Lutnick avrebbe «preselezionato» potenziali candidati in base a un efficientismo aziendale (applicabile, presumibilmente anche all’annunciata deportazione di massa da attivare «immediatamente»).
Scontato, nell’amichettismo che sembra guidare le operazioni, anche un ruolo per Elon Musk. Anche se ancora da definire, la sua consulenza di «licenziatore esperto» dovrebbe riguardare «l’efficienza» (lui stesso ha promesso il taglio di un terzo del bilancio federale.)
Nei loro discorsi al paese, sia Joe Biden che Kamala Harris, ieri hanno evocato l’esperimento americano come trascendente rispetto alle fortune politiche dei partiti. Ma potrebbero essere smentiti dal laboratorio tardo capitalista che si preannuncia come un regime con affinità, alle due superpotenze antagoniste. «Dobbiamo riconoscere un enorme sconfitta», ha detto Ocasio-Cortez, ammettendo la necessità urgente di ricostruire. «In America ha vinto il fascismo, e lo ha fatto conquistando segmenti di classi lavoratrici, un fenomeno che ha precisi antecedenti storici. Oggi i titolari della nostra democrazia sono Musk, Bezos e la classe corporativa».
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