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Teheran conferma la condanna a 10 anni per Aras Amiri

Teheran conferma la condanna a 10 anni per Aras Amiri

Iran Lunedì la Corte suprema ha rigettato l'appello della cittadina iraniana residente a Londra e dipendente del British Council accusata di spionaggio. Il suo caso sembra parte del braccio di ferro in corso tra la Gran Bretagna e la Repubblica islamica, scatenato dalla guerra delle petroliere

Pubblicato circa 5 anni faEdizione del 22 agosto 2019

La Corte suprema iraniana si è pronunciata questo lunedì contro il ricorso di Aras Amiri, 33 anni, cittadina iraniana ma residente in Gran Bretagna e impiegata del British Council, l’agenzia inglese di scambi culturali.

La Corte ha confermato la sua condanna a dieci anni di carcere. Amiri era stata fermata a marzo dello scorso anno con l’accusa di spionaggio e «infiltrazione culturale da parte dei servizi segreti britannici negli affari interni iraniani», mentre era in visita nel Paese per motivi familiari.

La donna, condannata senza processo, aveva fatto appello contro la sentenza in una lettera indirizzata alla magistratura in cui aveva dichiarato di essere stata arrestata perché si era rifiutata di collaborare con i funzionari dell’intelligence della Repubblica islamica. «Gli interrogatori si sono totalmente concentrati sul mio lavoro per il British Council e non su di me», ha scritto.

Amiri, residente a Londra da oltre dieci anni e studentessa di filosofia, lavorava a progetti volti a promuovere la scena artistica iraniana. Il British Council, ente di beneficenza parzialmente finanziato dal governo di Londra, ha confermato che era in Iran non per motivi di lavoro ma per visitare la nonna malata a Teheran.

Secondo il cugino Mohsen Omrari, Amiri era già stata in visita in Iran senza incontrare problemi da parte del governo. La conferma della condanna sarebbe quindi frutto delle crescenti tensioni fra Regno unito, Stati uniti e Iran all’indomani del fermo da parte delle autorità di Gibilterra della petroliera iraniana Grace 1, successivamente rilasciata.

Il caso di Amiri si aggiunge alla lunga lista di arresti da parte di Teheran ai danni di cittadini anglo-iraniani, tanto che Jeremy Hunt, segretario per gli affari esteri, ha sconsigliato le visite nel Paese. Una sorte simile a quella di Amiri era capitata a Nazanin Zaghari-Ratcliffe, 40 anni, con doppio passaporto inglese e iraniano, condannata nel 2016 a cinque anni di prigione con l’accusa di «aver tentato di rovesciare il governo iraniano». Solo pochi giorni fa, a Zaghari-Ratcliffe erano state vietate le telefonate al marito, mentre le visite della figlia di cinque anni sono state ridotte a una volta al mese.

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