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Syriza cerca una nuova guida per tornare a vincere

Stefanos Kasselakis foto AnsaStefanos Kasselakis – Ansa

Primarie Il partito che fu di Tsipras chiama gli iscritti al voto. Probabile sfida a due tra l’ex ministra Achtsioglou e l’innovatore Kasselakis

Pubblicato circa un anno faEdizione del 17 settembre 2023

Oggi è la giornata decisiva per l’elezione del nuovo leader di Syriza. Le sezioni periferiche del partito si dichiarano pronte con più di 570 seggi.

Oltre alla scelta del nuovo leader, l’affluenza dei militanti è la seconda incognita di queste elezioni. Tanto più che le organizzazioni della Tessaglia, la regione tuttora sconvolta dalla gigantesca alluvione, sono ancora indecise se piantare il seggio al capoluogo Larissa, parzialmente colpita dall’alluvione, oppure se organizzare pullman per Salonicco o l’Epiro, strade divelte e ponti crollati permettendo. Ricordiamo che hanno diritto di voto solo i membri del partito e ci si può iscrivere sul posto.

Nei giorni scorsi l’emittente Tv Mega ha avuto la brillante idea di fare un sondaggio tra i cinque candidati.

Tutti in Grecia sanno che i sondaggi non sono fatti per sondare l’opinione pubblica ma per indirizzarla, quindi la loro valenza è pari a zero. Comunque sia, il sondaggio dava una lotta all’ultimo voto tra Stefanos Kasselakis, il giovane armatore venuto dall’America, e la combattiva Efi Achtioglou.

In alcune domande del sondaggio (tipo: chi favorirà l’unità del partito) Achtsioglou è stata votata dal 42% mentre Kasselakis dal 29% e gli altri tre candidati da percentuali che vanno dal 9% (Tsakalotos) fino al 2% (Tzoumakas).

Alla domanda critica su chi farà aumentare i voti di Syriza, Kasselakis è risultato primo con il 39% e Achtsioglou seconda con il 37%.

Se i risultati delle urne seguiranno questo andazzo sarà inevitabile avere un secondo giro delle elezioni nella domenica successiva, in cui gli elettori dovranno scegliere tra la Achtsioglou e Kasselakis.

Bisogna riconoscere che parlando ad Atene con i militanti di Syriza, sembra che l’indirizzo sia proprio questo. Si sceglie tra la ex ministra oppure l’innovatore radicale che porta aria nuova alla sinistra ellenica. Questo anche se nessuno si permette di sottovalutare la capacità di leadership di un economista robusto come Tsakalotos oppure il coraggio di Pappas, l’ex ministro delle telecomunicazioni che ha osato far pagare gli oligarchi perché le loro Tv private occupano gratis le frequenze pubbliche.

Per punizione il governo di Mitsotakis ha manovrato nel sottobosco della magistratura e lo ha fatto condannare per omissione di atti d’ufficio. Pappas dispone di forti legami dentro Syriza e i suoi seguaci, presenti in tutte le provincie, sono convinti che quel 4% che gli dà il sondaggio è del tutto fuori luogo.

Quello che Syriza chiede al nuovo leader è evidente: vincere le elezioni e cacciare un governo disastroso quanto feroce come quello di Mitsotakis.

Kasselakis in questo è avvantaggiato: non solo porta un’aria nuova al partito, ma sparge ovunque un’atmosfera di ottimismo e di vivacità, rara alla sinistra greca.

Qualche giorno fa Kasselakis ha girato un piccolo video propagandistico mentre visitava Makronissos, un’isola deserta che è stata per decenni luogo di segregazione e di tormenti per comunisti anche famosi, come Mikis Theodorakis, Ghiannis Ritsos,Titos Patrikios e molti altri. I più anziani si sono scandalizzati per la «dissacrazione» di quel monumento, mentre i più giovani hanno colto il messaggio di continuità tra la resistenza di allora e quella di oggi contro «l’orrore neoliberista di Mitsotakis».

Anche Achtsioglou ha dato una dura battaglia per liberarsi dall’immagine da passerella che le Tv private le avevano cucito addosso. Dal suo intervento al congresso nelle settimane scorse ha sempre insistito sul legame tra Syriza e i movimenti sociali, attribuendo la sconfitta alla «perdita della capacità di intervenire nel sociale, in modo da collegarlo con la vera azione politica».

Il suo progetto è elaborare «un credibile programma di sinistra in modo da rappresentare in termini politici la stragrande maggioranza della società». Altrimenti le classi lavoratrici saranno lasciate in balia dell’estrema destra, cosa sulla quale concorda tutta la sinistra ellenica.

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