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Sulla pista dove scivola Cortina

Sulla pista dove scivola Cortina

Sport Al Comune non piace l’idea di Innsbruck che si è offerta di ospitare il bob per le Olimpiadi del 2026. Eppure trasferire le gare costerebbe un decimo, eliminerebbe i costi di gestione e verrebbero risparmiati 500 larici

Pubblicato circa un anno faEdizione del 7 settembre 2023

Nonostante Innsbruck si sia offerta di ospitare il bob per le prossime Olimpiadi del 2026 – circa 15 milioni di euro di contributo richiesto all’Italia sui 27 necessari per i lavori di adeguamento della pista-, al momento l’amministrazione locale non ha manifestato alcun interesse. Dal comune di Cortina d’Ampezzo fanno sapere che «la questione è in mano a Simico, preferiamo attendere la scadenza dei termini per l’aggiudicazione dei lavori prima di esprimerci».

Al momento il sindaco Gianluca Lorenzi lascia la palla in mano alla società incaricata di affidare i lavori, il che derubrica automaticamente la proposta di Innsbruck quanto meno a una soluzione di secondo piano. Eppure, trasferire le gare costerebbe un decimo rispetto a realizzare la pista, non ci sarebbero più spese di gestione da sostenere per l’amministrazione comunale – nell’ordine di circa 700 mila euro l’anno – e il danno ambientale derivante dall’abbattimento di 500 larici sarebbe evitato. C’è da dire che il primo cittadino sembra essere allineato non solo con la sua maggioranza, ma anche con buona parte dell’opposizione.

ROBERTA DE ZANNA, CONSIGLIERA della lista Cortina Bene Comune, è l’unica voce dissonante. «La nostra più grande preoccupazione è che si proceda comunque con i lavori, senza che ci siano più i tempi per completare la pista. Il rischio è di trovarsi con una opera incompiuta. È difficile dire quale possa essere il potere d’intervento del sindaco, ma sicuramente potrebbe superare questo silenzio: è innegabile che la questione delle future spese di gestione sia di pubblico interesse». Per De Zanna, la posizione del consiglio comunale non ricalca comunque quella della popolazione.

«ESPORSI PRENDENDO UNA POSIZIONE politica in un paese piccolo è difficile. Ma un referendum sul territorio non è mai stato fatto, e sono convinta che, oggi più di ieri, i contrari sarebbero parecchi». In questi ultimi due anni non sono mancati i momenti nei quali i cittadini di Cortina hanno espresso la propria contrarietà, o anche solo la volontà di valutare meglio le opzioni sul tavolo. Sono stati organizzati incontri e manifestazioni: l’ultima il 18 marzo scorso, quando centinaia di persone si sono trovate sotto il campanile, per esternare le proprie perplessità. «Le Olimpiadi di Cortina sono un’emergenza nazionale?». E «Cemento, disboscamenti, sbancamenti, non c’è pace per le Dolomiti» sono stati alcuni degli striscioni e degli slogan della serata organizzata dal Comitato Civico Cortina. La presidente Marina Menardi interviene sulle novità.

«NON CI SONO PIÙ I TEMPI PER REALIZZARE la pista. Prima dovevano partire ad aprile, poi a luglio: Luigi Sant’Andrea (ad di Simico, ndr) lo ha detto in conferenza dei servizi, è a verbale. Poi si è passati a settembre, è scritto nel crono programma del progetto esecutivo. Ma invece, prima di ottobre, sempre se si troverà la ditta per fare i lavori, non si inizierà». Per il comitato civico il rischio è duplice. «Da un lato c’è il rischio che la pista si faccia, e abbiamo visto il costo economico e ambientale. Dall’altro si palesa il pericolo che i lavori inizino, ma non si riescano a concludere. In tutto questo il territorio merita una risposta a una proposta alternativa, è molto grave che il sindaco non dica niente. Penso che se due anni fa il primo cittadino poteva avere le sue ragioni nell’essere favorevole alla costruzione della pista, alla luce di quella che è la situazione attuale le alternative vadano riconsiderate. Ora anche la maggioranza della popolazione ha capito».

ALLARGANDO LO SGUARDO DALL’AMBITO comunale a quello regionale, non si riscontra maggiore considerazione. Cristina Guarda, consigliere di Europa Verde. «La pecca di questa candidatura è stata non interpellare la popolazione. La pista è stata voluta da Zaia, e quando si è visto che i tempi diventavano troppo lunghi, si è puntato sul commissariamento, ma non sono mai state prese in considerazione le alternative». Guarda ricorda che la proposta di Innsbruck è sul tavolo da diverso tempo.

«A FINE 2021È STATO PRESENTATO un documento sulla fattibilità delle varie soluzioni, uno studio costato 89 mila euro, commissionato dalla Regione a DBA Pro. Le proposte erano tre: Innsbruck, Cortina con un parco divertimenti e Cortina senza parco». È stata scelta l’ultima opzione, ma la valutazione su Innsbruck lascia delle perplessità. «Lo studio è stato fatto senza contattare gli austriaci; Zaia ha indicato per Innsbruck un costo di 50 milioni, ma nello stesso documento la spesa per i lavori sulla pista austriaca è indicato in 26 milioni più Iva. Quindi è stato detto che i costi sarebbero stati interamente a carico dell’Italia, ma il contributo chiesto in realtà non arriva a 15 milioni. Innsbruck aveva poi indicato i tempi di realizzazione, con inizio a primavera 2024 e fine lavori a novembre. Solo il rifacimento della zona di decelerazione sarebbe stato consegnato a primavera 2025».

SE QUEI TEMPI SONO STATI GIUDICATI eccessivi due anni fa, perché ora il progetto di Cortina viene ritenuto on time nonostante si vada a fine 2025? E ancora, rimane aperta la questione dei costi di gestione. «Nello studio, per l’opzione Cortina, era stato considerato un elemento sfavorevole il dovere affrontare i costi di gestione. Evidentemente non sono stati ritenuti eccessivi». In tutto questo, al tempo non si considerava un vantaggio sufficiente il risparmio di 61 milioni – oggi diventati 124 – di spesa pubblica per la realizzazione dell’opera. E se pure a livello regionale si ritiene che dare mano al portafoglio non sia più un problema, rimarrà il costo ambientale: 500 larici abbattuti, tanto cemento e un consumo monstre di acqua ed energia elettrica da pagare negli anni. Quello sì, e senza sconti, dovrà pagarlo la comunità di Cortina.

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