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Sulla battaglia navale Russia-Ucraina si rispacca l’Europa

Sulla battaglia navale Russia-Ucraina si rispacca l’EuropaMilitanti dell’estrema destra ucraina protestano contro la Russia a Kiev – Afp

Russia/Ucraina Mosca trasmette le «confessioni» degli ucraini a bordo delle navi: sono membri dei servizi segreti. Per Kiev è «manipolazione»

Pubblicato quasi 6 anni faEdizione del 28 novembre 2018

Ieri l’agenzia Tass ha diffuso un video con la testimonianza di marinai militari ucraini che si trovavano sulle navi bloccate domenica dalla Russia sul mar Nero.

Il capitano Vladimir Lesovoy ha sostenuto davanti alle telecamere di aver deliberatamente ignorato le richieste radio delle guardie di frontiera russe. «A bordo avevamo armi di piccolo calibro e mitragliatrici con munizioni. Mi sono reso conto di essere stato parte di una provocazione contro la Russia», ha affermato Lesovoy.

PER I SERVIZI DI SICUREZZA russi che hanno messo in circolazione i video, alcuni dei 24 militari arrestati sulle navi farebbero parte dei servizi segreti ucraini e ciò dimostrerebbe il carattere premeditatamente provocatorio dell’azione dello stato maggiore del Tridente.

Sulle navi l’Fsb avrebbe anche ritrovato documentazione scritta sul carattere «segreto» dell’iniziativa oltre che cannoni da 30 mm, lanciagranate, diverse mitragliatrici e altre armi. Tuttavia, i servizi ucraini sostengono che le «confessioni» video sono state estorte «sottomettendo gli arrestati a pressioni psicologiche e minacce», accusa che se confermata, violerebbe i diritti umani dei prigionieri. I servizi di Kiev riconoscono però che alcuni membri dell’equipaggio delle 3 navi farebbero parte della loro organizzazione.

A BRUXELLES PREVALE per ora la prudenza perché sulla risposta da dare all’«aggressione russa» sussistono posizioni assai diverse. Così ieri laconicamente Federica Mogherini si è limitata ad affermare di stare conducendo «tutte le consultazioni necessarie per fornire una più ampia risposta internazionale alla crisi».

A guidare il gruppo paesi che vorrebbero subito nuove sanzioni anti-Putin il ministro degli esteri austriaco Karin Kneissl la quale solo quest’estate aveva invitato al suo matrimonio il presidente russo ma ora è divenuta sua acerrima nemica, dopo la scoperta di una spia russa nell’esercito del suo paese. A cui vanno aggiunti i paesi baltici, l’Olanda e la Polonia. L’atteggiamento di Varsavia è stato oggetto di una telefonata tra Poroshenko e il suo omologo polacco Andrzey Duda che si sono detti convinti della «necessità di aumentare le sanzioni nei confronti della Russia». Ma esiste anche un fronte «moderato» assai agguerrito. I rappresentanti dell’Ocse Martin Saidik e Ertugrul Apakan, hanno dichiarato che «è giunto il momento di risolvere le differenze con mezzi diplomatici invece che con sanzioni».

SULLA STESSA LUNGHEZZA d’onda il ministro degli esteri tedesco Heiko Maas secondo cui Berlino è pronta a mediare tra Mosca e Kiev. Preoccupata la posizione del premier slovacco Peter Pellegrini che attacca apertamente Poroshenko: «Dichiarazioni politiche come la legge marziale preoccupano non solo la comunità mondiale, ma anche noi vicini immediati dell’Ucraina».

Intanto negli Usa il solo membro della Casa bianca a prendere la parola per ora è stato il segretario di Stato Mike Pompeo con una dichiarazione particolarmente conciliante: «Per risolvere la crisi sul mar Nero sarà necessario che Poroshenko e Putin si incontrino di persona». Putin per ora non sembra proprio pensare a una simile eventualità. Intervistato da Argumenty i Fakty il capo del Fsb Nikolay Patrushev ha definito il presidente ucraino un «morto che cammina». «Poroshenko, ha confermato che intende costruire la sua campagna elettorale esclusivamente sullo smascheramento di minacce immaginarie» ha chiosato Patrushev.

ALLA RADA, in una drammatica seduta, è stata infine approvata l’introduzione della legge marziale ma solo per 30 giorni e solo in metà delle province. Una sconfitta per Poroshenko che puntava con un decreto da 60 giorni ad allontanare lo spettro delle presidenziali di marzo che ad oggi lo vedrebbe sconfitto sicuro. E una vittoria di Yulya Timoshenko per ora nettamente in testa ai sondaggi. «Ma la partita resta aperta – afferma il professor dell’Università di Kiev Volodymir Ishenko – e Poroshenko tra un mese cercherà di allungare lo stato di emergenza». L’ipotesi su cui starebbe lavorando il presidente ucraino secondo Ishenko è quella di «elezioni solo nelle province senza legge marziale che guarda caso sono quelle in cui l’opposizione è più debole».

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