Sul futuro della mobilità
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Sul futuro della mobilità

Bergamo Scienza Elettrica, autonoma e condivisa: il futuro è «Mobility as a service»: anticipazioni dall'intervento di due specialisti al festival lombardo

Pubblicato 6 giorni faEdizione del 21 settembre 2024

Immaginiamoci delle città a misura di persona, con grandi spazi verdi al posto dei parcheggi. Immaginiamoci una città dove la mobilità è sostenibile e a minimo impatto ambientale. Immaginiamoci una città dove lo spostamento in auto non è associato allo stress di recuperare la macchina, guidare nel traffico e trovare parcheggio. Noi vogliamo questa città e sappiamo che possiamo arrivarci grazie ad una mobilità elettrica, condivisa e autonoma.

Le auto elettriche vengono spesso descritte come la soluzione per un trasporto a basso impatto ambientale, ma da sole non sono sufficienti. Sebbene alimentate da energie rinnovabili, la loro produzione ha comunque un costo ambientale che non è trascurabile. Oggi siamo in grado di produrre batterie con vita di 600-700.000 km, ma noi le usiamo per una minima frazione del loro potenziale: le auto nelle nostre città percorrono in media meno di 10.000 km all’anno. Questo rappresenta uno spreco considerevole, aggravato dalla presenza di materiali con disponibilità limitata e alto costo come litio e terre rare.

Dobbiamo ridurre questo spreco di risorse diminuendo la dipendenza dalle auto private e adottando veicoli condivisi, da utilizzare solo quando necessario per poi lasciarli a disposizione delle altre persone.

Questo paradigma, noto come «Mobility as a Service» (MaaS), è già diffuso ma non ancora del tutto sostenibile. Infatti, per rendere il servizio davvero utile, è necessario garantire la disponibilità delle auto in prossimità degli utenti in tutta la città, dal centro alla periferia. Attualmente, ciò è possibile solo se tali servizi si dotano di moltissimi veicoli.

In città come Milano, dove la densità abitativa è alta e il territorio contenuto, questo sistema funziona discretamente. Tuttavia, in metropoli come Roma, sarebbe necessaria una flotta troppo grande per coprire l’intero territorio, mentre in città più piccole il numero di potenziali utenti non è sufficiente a rendere questi servizi sostenibili.

Come può il MaaS diventare un’alternativa talmente valida da potersi sostituire un’auto di proprietà? Ecco che entra in gioco la guida autonoma. Quando le auto saranno in grado di muoversi autonomamente, potranno raggiungere l’utente al momento del noleggio. Ne serviranno meno, perché non saranno gli utenti a dover raggiungere le macchine, ma saranno i veicoli a spostarsi per andare dagli utenti quando necessario. Inoltre, una volta terminato l’uso, se la batteria dell’auto è scarica, il veicolo potrà autonomamente tornare alla stazione di ricarica.

Questo è il futuro della mobilità urbana a cui puntiamo con il team di AIDA (Artificial Intelligence Driving Autonomous – PoliMi), composto da oltre 30 giovani ingegnere e ingegneri. La nostra tecnologia si applica su veicoli già in produzione, integrandoli con un sistema di sensori che consente all’auto di comprendere la sua posizione e ciò che la circonda. Un computer di bordo elabora poi le informazioni acquisite per decidere come muovere il veicolo in sicurezza verso la destinazione.

Non è una sfida semplice: le auto autonome devono affrontare una grande varietà di scenari, dalle ampie strade provinciali ai vicoli stretti dei borghi storici italiani. Per questo motivo stiamo testando la nostra tecnologia su oltre 1000 km di strade italiane grazie all’autorizzazione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Dopo aver sperimentato su parte del tracciato della 1000Miglia nel 2022 e nel 2023, stiamo mettendo alla prova i nostri algoritmi su percorsi ancora più impegnativi, come quello della cronoscalata della Vallecamonica, con i suoi 8 km di tornanti e connessione limitata.

Ma non ci fermiamo qui! Nei prossimi mesi simuleremo servizi MaaS a guida autonoma in città come Bergamo e Brescia per studiare l’interazione dei veicoli con il traffico urbano. Questi test ci avvicineranno sempre di più a un nuovo paradigma di mobilità, mostrando che la tecnologia è pronta per essere rivoluzionare le nostre città.

Prof. Sergio Matteo Savaresi (Direttore del Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria, Politecnico di Milano)
Dr.Ing. Pietro Crovari (research assistant, Politecnico di Milano)

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