Ancona, le grandi navi invadono il centro storico
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Ancona, le grandi navi invadono il centro storico

Ambiente Il progetto di ampliamento del porto industriale prevede un nuovo terminal passeggeri al molo Clementino da 2.800 metri quadri, 13 mila metri quadri di edifici e nuove strade. Ma l’aria della città è già inquinata
Pubblicato 2 giorni faEdizione del 25 settembre 2024

Ad Ancona si vogliono portare le grandi navi da crociera davanti al centro storico, aumentando l’inquinamento e il consumo di suolo. Lo prevede il progetto di ampliamento del porto industriale, commissionato dall’Autorità portuale dell’Adriatico centrale. I lavori costruiranno un’enorme banchina al molo Clementino, un nuovo terminal passeggeri da 2.800 metri quadri, altri 13 mila metri quadri di edifici e una serie di infrastrutture stradali, per un investimento di circa 40 milioni.

Con quasi un milione di passeggeri all’anno, il porto di Ancona è il secondo in Italia per traffico di traghetti internazionali e il terzo dell’Adriatico per il transito annuale di persone che da qui partono per raggiungere Grecia, Croazia e Albania.

OGGI NEL CAPOLUOGO marchigiano approdano navi da crociera di media stazza, ovvero inferiori ai 2.500 passeggeri. Con l’ampliamento del porto, potranno attraccare quelle più grandi. La compagnia di stanza ad Ancona è Msc, le cui navi maggiori accolgono dai 5.000 ai 6.700 passeggeri e 1.500 di equipaggio. La città ha un rapporto conflittuale col suo porto industriale, che genera il 2,7% del Pil delle Marche e 6.500 posti di lavoro.

Qui c’è una storia millenaria legata alla costruzione navale, iniziata nel I secolo con l’imperatore Traiano e proseguita ininterrotta fino a oggi con Fincantieri. Visitando il duomo medievale di San Ciriaco è facile notare questa ingombrante presenza, edificata negli anni Sessanta davanti al centro storico, che negli ultimi anni si è specializzata nelle grandi navi.

TRAGHETTI E NAVI da crociera rendono l’aria di Ancona molto insalubre, a causa delle elevate emissioni prodotte dalle imbarcazioni e dalle auto che attraversano la città per recarsi al porto. Un report dell’Agenzia europea per l’ambiente sulla qualità dell’aria nelle città con più di 50mila abitanti, pubblicato il 29 agosto, ha collocato Ancona in fondo alla classifica; uno studio locale finanziato dalla regione, coordinato dallo pneumologo Floriano Bonifazi, ha attribuito 110 morti annui all’inquinamento delle attività portuali e del traffico.

Nonostante ciò, comune e Autorità portuale hanno deciso di aumentare la presenza delle grandi navi. Il progetto è stato approvato dalla precedente giunta della sindaca Valeria Mancinelli (Pd) e sostenuto dal viceministro dei trasporti Edoardo Rixi (Lega) e dal governatore delle Marche Francesco Acquaroli (FdI).

L’OPERA è in attesa della Valutazione ambientale strategica da parte del ministero dell’ambiente, che ha già espresso un parere preliminare negativo. Lo scorso anno, per la prima volta ad Ancona le elezioni sono state vinte dal centrodestra. Una parte di città è contraria all’opera e chiede al nuovo sindaco Daniele Silvetti (Fi) di fare dietrofront. Sabato scorso un migliaio di persone, secondo gli organizzatori, ha partecipato al corteo «No alle mega-navi da crociera dentro la città». L’iniziativa è stata indetta dalla piattaforma «Ancona: porto ambiente salute lavoro» a cui aderiscono la lista civica Altra idea di città, Sinistra italiana, Verdi, M5s, Ultima generazione, Fridays for future ed Extinction Rebellion.

L’AMPLIAMENTO del porto coinvolge l’ex quartiere fieristico, un’area di 43 mila metri quadri. «È una zona molto frequentata poiché rappresenta l’unica passeggiata dal centro storico al porto, ospita locali e concerti», spiega Giacomo Zacconi, tra gli organizzatori del corteo. «Con il banchinamento del molo Clementino tutto ciò scomparirà. L’Autorità portuale ha già smesso di rilasciare autorizzazioni per gli eventi. Al loro posto, vedremo la prua delle grandi navi attraccare a pochi metri dalle mura romane e dall’arco di Traiano». Dove oggi sorge l’area pedonale è prevista la costruzione di infrastrutture stradali di collegamento con la statale 16. L’operazione si inserisce in un più ampio piano di investimenti sul porto, per oltre 231 milioni in gran parte provenienti dal Pnrr, che prevede l’elettrificazione delle banchine e il dragaggio dei fondali per accogliere gli scafi più grandi. Secondo Zacconi, «il progetto segue una traiettoria di sviluppo sbagliata e in controtendenza col resto d’Europa».

LA NORVEGIA ha introdotto severe sanzioni contro le compagnie di navigazione che dal 2026 non rispetteranno delle rigide norme sulle emissioni zero, mentre Barcellona ha annunciato un ingente aumento sulla tassa di soggiorno per i crocieristi e ha spostato l’approdo delle grandi navi fuori città.

«In Italia, invece, continuiamo ad ascoltare le insopportabili retoriche sui benefici economici delle navi da crociera», conclude Zacconi. «Ma si tratta di turisti giornalieri che fanno gite di poche ore, spendono poco e inquinano tanto. L’elettrificazione delle banchine non basterà a rendere l’opera sostenibile. Le grandi navi continuano ad alimentarsi con combustibili fossili».

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