Sono 44 i detenuti morti suicidi dietro le sbarre dall’inizio del 2024. Uno ogni tre giorni, tre solo nelle ultime 48 ore. Ieri. Un anno fa i primi sei mesi dell’anno si erano chiusi con 28 suicidi. Era la fine di marzo quando il presidente della Repubblica Sergio Mattarella aveva lanciato il suo appello alle forze politiche per fare qualcosa per fermare la strage, cioè di adottare misure in grado di allentare le tensioni dietro le sbarre.
Ieri, a protestare per la situazione, ci hanno pensato i garanti nazionali dei detenuti. Si legge in un comunicato: «Con grande preoccupazione, la conferenza nazionale dei garanti delle persone private della libertà constata, ancora una volta, la sostanziale indifferenza della politica rispetto all’acuirsi dello stato di sofferenza dei detenuti, rispetto al peggioramento delle condizioni di vivibilità delle nostre carceri che, lungi dal consentire “quell’inveramento del volto costituzionale della pena”, continuano a tradire i basilari principi costituzionali, europei ed internazionali, su cui regge lo stato di diritto e a umiliare continuamente la dignità umana delle persone ristrette». I garanti inoltre chiedono di approvare al più presto la proposta del deputato Roberto Giachetti sulla liberazione anticipata, in cui si prevede uno sconto di trenta giorni a semestre per i prossimi due anni da aggiungere alle riduzioni già concesse dal 2016 a oggi.
«La drammatica situazione di Regina Coeli – scrivono i garanti laziali Valentina Calderone e Stefano Anastasia – che si colloca al primo posto per numero suicidi dal 1 gennaio 2020 tra tutti gli istituti penitenziari d’Italia, è emblematica e denota la forte correlazione tra tassi di sovraffollamento e numero di eventi critici. Infatti, dei dieci penitenziari in Italia con il maggior numero di suicidi, ben nove presentano tassi di affollamento effettivo superiori alla media nazionale del 129%. A Regina Coeli l’affollamento è addirittura pari al 183% sui posti effettivamente disponibili». Alla fine di maggio il numero di detenuti presenti nei 14 istituti penitenziari del Lazio era pari a 6.779, con un incremento di 693 unità rispetto alla stessa data dello scorso anno. Il tasso di affollamento medio nel Lazio è del 143%, di quattordici punti superiore alla media nazionale.