Se il capo della Polizia leggerà questo intervento di Enrico Zucca, avrà modo di rendersi conto di una cosa: sulla vicenda del G8 genovese l’autore non risparmia critiche nemmeno nei confronti del proprio «corpo» di appartenenza, la magistratura. Di più: addirittura nei confronti dell’ufficio nel quale ha prestato servizio per anni, la Procura della Repubblica del capoluogo ligure. E non certo sulla base di pregiudizi politici o inimicizie personali, ma in virtù di un principio elementare, ma ormai non più scontato nel nostro paese: il libero esercizio della ragione critica. Un uso della ragione kantianamente rigoroso, misurato, impossibile da confondere...